I soci del Gun Club, un'associazione di artiglieri di Baltimora, annunciano l'invenzione di un proiettile in grado di raggiungere la Luna.
Da tutte le parti del mondo giungono domande per finanziare l'impresa ma sarà un avventuriero francese, tale Michel Ardan, a salire sul proiettile e a diventare così il primo astronauta della Terra.
Oggi che ormai della Luna sappiamo tutto grazie alle varie spedizioni degli anni'60 leggere questo romanzo fa un po' sorridere, una favola lontanissima da quelle che sono le leggi della fisica odierna ma lo stesso godibilissima.
Jules Verne aveva una creatività e ingegnosita' uniche, fu uno degli scrittori più visionari della storia e questo suo romanzo ne è un ulteriore dimostrazione.
Devo dire che ci sono alcune parti noiose (descrizioni accurate di fisica e balistica) ma come mi capita sempre quando leggo un romanzo di questo scrittore sono tornata a sognare come facevo da bambina che tutto fosse possibile.
La prima metà è pallosa, sembra più un manuale che un romanzo, la seconda è più narrativa, ma niente di che…per lo meno al giorno d'oggi!!!
Secondo libro che leggo del Verne mondiale e direi, un passo indietro rispetto a "Viaggio al centro della Terra", forse più per la scrittura: qui l'ho trovata un po' troppo scarna (colpa, magari, anche della traduzione), ma comunque meno coinvolgente!
La prima parte del libro è stata deludente, ero lì lì per abbandonarlo, ma poi non potevo farglielo al buon Jules e così ho continuato e meno male, perchè la parte centrale e finale meritano proprio. Ci sono ottimi spunti di riflessione, sia filosofica che scientifica, non approfonditi, ma che aprono la mente.
Insomma una mini-mezza-delusione, ma sempre una piacevole scoperta, soprattutto perchè scritta circa 150 anni fa dove, l'argomentazione del viaggio spaziale, nello specifico del viaggio sulla Luna, era ancora un'utopia. Bravo Verne!
Di certo non uno dei suoi romanzi migliori.
Una buona parte del libro se ne va in calcoli, numeri ed elucubrazioni scientifiche lasciando ben poco spazio al resto. Poco più di un prologo, dunque.
Ecco un altro libro che mi porta indietro nel tempo, a quando giovinetto lanciavo i miei primi razzi artigianali in alto nel cielo (beh non proprio in alto in alto...) con propellente indebitamente sottratto nel ripostiglio dei detersivi della mia genitrice o delle vernici del suo coniuge. Avevo predisposto una piazzola accuratamente ripulita dalle erbe di campagna onde limitare il rischio di incendi, ma disgraziatamente troppo vicina a un grandissimo, vetusto albero di ciliegio che più di una volta intercettò l'audace lancio. Assai spesso, devo dire, il lancio abortiva ben prima di raggiungere i rami, schizzando pericolosamente a destra o a manca oppure ribaltandosi penosamente senza sollevarsi da terra neppure di un centimetro. però che soddisfazione invece quelle poche volte che, ogni componente ben assestato, la miscela azzeccata di propellente, che soddisfazione quando un sibilo prolungato accompagnava la traiettoria verticale, senza sbalzi o virate impreviste o tentennamenti di sorta del mio piccolo gioiello. E allora pensavo che lo zio, aveva un bel contestare lo zio il mio eccessivo utilizzo di nastro adesivo nella costruzione dei miei prototipini (intendiamoci, aveva ragione lui), io volavo davvero, e un giorno avrei oltrepassato la ionosfera!
...Continua