Interessante, ma non convincente e dal mio punto di vista poco condivisibile.
Come dice la prefazione, leggere un libro e' prendere parte ad un colloquio, colloquio unilaterale, avente pero' il pregio di rivelare l'essenza piu' intima del pensiero dell'autore. E' stato sicuramente un bel colloquio.
"Il buon senso è fra le cose del mondo quella più equamente distribuita, giacché ognuno pensa di esserne così ben dotato, che perfino quelli che sono più difficili da soddisfare riguardo a ogni altro bene non sogliono desiderarne più di quanto ne abbiano. E in questo non è verosimile che tutti si sbaglino; è la prova, piuttosto, che il potere di ben giudicare e di distinguere il vero dal falso, che è propriamente quel che si dice buon senso o ragione, è per natura uguale in tutti gli uomini; e quindi che la diversità delle nostre opinioni non dipende dal fatto che alcuni siano più ragionevoli di altri, ma soltanto da questo, che facciamo andare i nostri pensieri per strade diverse e non prestiamo attenzione alle stesse cose. Perché non basta avere buono l'ingegno; la cosa principale è usarlo bene. Le anime più grandi come sono capaci delle maggiori virtù, così lo sono dei più grandi vizi; e quelli che camminano assai lentamente possono progredire molto di più, se seguono sempre la via diritta, di quelli che correndo se ne allontanano."
...ContinuaDa molto tempo avevo il desiderio di avvicinarmi a Cartesio, sia perchè un po mi affascinava l'idea del personaggio (un soldato che resta bloccato dall'inverno in un paesino e chiuso in una stanza riscaldata fonda la geometria analitica!), sia perchè Renee Descartes è universalmente riconosciuto come il capostipite di un pensiero nuovo, che sarà capace di cambiare il mondo.
La realtà è che ho incontrato un vecchietto con la mente affilata come una spada (idee chiare e distinte, direbbe lui); ma per l'appunto un vecchietto. Sullo stesso filone, pensatori/scienziati (ma nel Seicento è la stessa cosa) come Pascal, Spinoza o Locke riescono ad essere molto più attuali: occorre però (ed appunto) ammettere che tutti e tre da Cartesio avevano preso le mosse. Il grande matematico francese va quindi celebrato per aver avviato un nuovo modo di guardare al mondo, che saranno però altri a portare al successo.
Stiamo quindi parlando di un "metodo", che condurrà il suo creatore ad alcuni risultati spettacolari (la creazione della Geometria Analitica libererà generazioni di studenti dal fardello pesante della geometria arcaica) insieme ad altri più controversi (Cartesio pretende di aver dimostrato l'esistenza di Dio e dell'anima, ma alla fine dei conti non si discosta molto dall' argomento ontologico di Sant'Anselmo e san Tommaso D'Aquino).
Cosa è dunque questo metodo? Difficile spiegarlo in dettaglio per un non addetto ai lavori: diciamo che il grande passo avanti rispetto al passato è il liberare l'indagine dalle catene di chi è venuto prima. Se una affermazione non è chiara non la si accetta, non importa chi la abbia formulata (con buona pace di Aristotele e della scolastica). Un ruolo principalissimo viene riconosciuto all'intuizione: ciò che nell'immediato appare come vero al nostro spirito deve essere considerato vero anche scientificamente.
Una affermazione del genere è da sempre la croce e la delizia di tutta la scienza. E' alla base della categoria del postulato, che esiste da molto prima di Cartesio, ed è il solo modo che abbiamo per costruire una teoria. Peccato, che il Novecento e la nascita della Meccanica dei Quanta abbia dimostrato che quell'affermazione sia falsa! Quanto doveva essere rassicurante l'universo nella mente di Cartesio. Egli aveva liberato il pensiero dal vecchiume aristotelico, ma aveva comunque creato un mondo governato da regole chiare e distinte, dove l'esistenza di Dio e dell'immortalità erano proposizioni scientificamente dimostrate ed innegabili! (Il che ci fa ben comprendere la sanguinaria ferocia con cui gli atei dei secoli successivi avrebbero attaccato il Discorso sul Metodo, Kant e Nietzsche per dirne solo due).
La chiarezza, la profondità e la compiutezza dei ragionamenti del grande genio francese lasciano il lettore senza parole. Ma il lettore del ventunesimo secolo parimenti non può non accorgersi che purtroppo questo è un libro che invecchia. Il mondo della meccanica quantistica, della bomba atomica, di Hitler e di Stalin, del principio di Indeterminazione e della società liquida non può condividere le sicurezze dell'uomo del Seicento. Noi dobbiamo convivere con la banalità del male nella bestia umana, con il terrore e l'incertezza perpetua della società liquida, con un uomo che rimasto solo dopo aver preteso la morte di Dio, si dilania nel cercare di riempire l'universo.
E pertanto non stupisce che la seconda parte del libro (quella delle applicazioni) appaia ai nostri occhi vecchia nella maniera di pensare e goffa nella falsità dei risultati pratici che raggiunge.
Davanti al sublime matematico che ha voluto fornire a tutti gli uomini (inclusi i meno dotati! Lo dice esplicitamente, il che quattro secoli fa era inaudito) gli strumenti per capire il mondo e CI E' RIUSCITO, ogni uomo di cultura deve togliersi il cappello. Ma per riflettere sul mondo di oggi, occorre riporre il Discorso sul Metodo di Cartesio nello scaffale dei libri importanti, dei libri che hanno fatto un'epoca, e prendere in mano Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, e molti altri.
È dai tempi del mio primo incontro con Heidegger che ho l'impressione che Cartesio faccia acqua da tutte le parti. Aver conosciuto meglio Nietzsche, il buddhismo, Guénon, Eckhart e in generale la mistica non mi ha certo aiutato a rivalutarlo. Ovviamente Cartesio costituisce le basi della modernità, in particolare della sua ingenuità - che è la sua caratteristica peculiare.
...ContinuaPerché leggere Cartesio? Perché a differenza degli intellettuali di ieri e oggi è uno che la sua vita l'ha vissuta eccome. Vi invito a leggere la sua biografia perché ne rimarreste stupefatti. Non esagero nel paragonarlo a Jack Kerouac.
Per altre considerazioni:
http://mebimeka.blogspot.it/2014/05/mebimeka10-discorso-sul-metodo-di.html