Non è che si può commentare un libro del genere.
Scopo di chi narra la storia è di far capire, spiegare, collegare i fatti.
Come i puntini nel gioco della settimana enigmistica.
Cosa apparirà?
In questo caso, allora come oggi, sempre e solo APPETITO.
Ma non quello sano, da pane e salame, ma quello che muove il mondo e gli uomini (inteso come genere maschile. Non me ne vogliate, amici uomini, ma il testosterone è roba vostra) dalla notte dei tempi.
Potere e denaro.
A metterli insieme, i retroscena, i verbali e le parole che ruotano intorno al caso-Moro mettono ancora i brividi.
Nessuno ha davvero voluto salvarlo, lo statista DC, in un perverso gioco di interessi convergenti, timori, cinismo.
C'è di tutto in questa bella e puntale ricostruzione di Provvisionato e del giudice Imposimato: anticomunismo fanatico, omissioni colpevoli, arrivismo personale, mafie, servizi deviati italiani e stranieri (KGB, CIA).
Un panorama fosco pieno di loschi figuri e figurine pavide, ma su tutti si staglia un personaggio che definire sinistro, a conti fatti, è ancora poco: Francesco Cossiga, all'epoca Ministro dell'Interno e poi addirittura Presidente della Repubblica.
Non so se mi spiego...
Comunque un libro da leggere.
Ho letto decine di testi sul caso Moro, da Sciascia a Franceschini, da Fenzi a Morucci passando per Moretti, Braghetti, Balzarani e molti altri BR, ma mai ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a una valutazione tanto lucida, imparziale e circostanziata che punta il dito su personaggi e organizzazioni ben precisi. In questo saggio non c'è dietrologia ma un'analisi accurata di documenti, carte e intercettazioni che portano inevitabilmente a una conclusione univoca: Aldo Moro doveva morire già dal 16 marzo 1978. Il coraggio di Imposimato stride con il senso d'indignazione che si prova leggendo le sue dichiarazioni. Da non perdere.
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