ma anche marito, politico, ecc.... Tutto quello che avreste voluto sapere su einstein: qui c'è. Vengono anche spiegate, abbastanza comprensibilmente, le sue teorie. La parte finale della sua carriera ci fa capire che oltre ad un genio anche era un uomo fallibile. Ben scritto.
...ContinuaHo letto con attenzione questa dettagliata biografia dello scienziato tedesco, per cercare di capire come sia potuto diventare universalmente sinonimo di genio ed intelligenza superiore.
Già in vita, a soli 40 anni, non appena dimostrata da Eddington la correttezza della teoria della relatività, Einstein è divenuta una celebrità mondiale, accolto come una moderna rockstar da folle entusiaste. Forse solo i Beatles nella storia hanno conosciuto una simile fama e comunque per un periodo molto più breve.
Ma perché la teoria della relatività è stata così importante? Cosa ha cambiato nella vita delle persone di tutti i ceti sociali che osannavano Einstein? Mistero.
Dalla biografia pare in effetti trasparire che il mito sia stato costruito dai media, e che ciò che colpisse l’opinione pubblica fosse quel misto di incomprensibilità delle teorie scientifiche che però gli esperti consideravano rivoluzionarie (anche se non si capiva bene cosa sarebbe cambiato nella vita di tutti i giorni) e di peculiarità del personaggio: ebreo in un periodo in cui stava montando l’antisemitismo, fino al tragico epilogo del nazismo, tedesco nel periodo in cui la Germania si trovava in opposizione politica e militare con il resto del mondo, nello stesso tempo antitedesco tanto da rinunciare alla cittadinanza per avversione verso le caratteristiche dei compatrioti, assoluto pacifista in un periodo di corsa alle armi, arguto, trasandato, controcorrente.
Isaacson cerca anche di ripercorrere la storia del pensiero scientifico di Einstein e di spiegare le sue teorie. Nel mio caso non è riuscito, ma almeno ha chiarito che dopo la teoria della relatività generale, Einstein non è riuscito più ad elaborare nulla di significativo. Ha infatti passato la parte restante della vita a cercare infruttuosamente di trovare una teoria unitaria dei campi ed a contestare per ragioni di principio la meccanica quantistica, nonostante questa si rivelasse sempre più corretta (anche grazie agli stimoli derivanti dagli esperimenti mentali elaborati da Einstein per contestarla).
Infine, il libro spazza via un paio di leggende infondate su Einstein: non è mai stato bocciato in matematica, anzi è sempre stato uno studente eccellente; non ha inventato la bomba atomica, anche se la sua famosa equazione E=MC2 ha rappresentato uno dei postulati di partenza degli scienziati che hanno poi, dopo molti ulteriori passaggi, scoperto come produrre il micidiale ordigno, ed una lettera di Einstein ha convinto Roosevelt a dare il via al progetto per la realizzazione della bomba nel timore (infondato) che arrivassero prima i tedeschi.
Lessi una biografia di Einstein quando ero giovane, non ricordo se ero alle medie o già alle superiori. Il personaggio mi affascinò molto, il suo nome sinonimo di genio, autore di affascinanti teorie fisiche. Negli anni ho conosciuto Einstein anche come filosofo e uomo politico (v. Pensieri degli anni difficili, Boringhieri) e l’ammirazione per Einstein aumentò. Leggere questa biografia, suggerita da James Owen Weatherall nel suo La fisica del nulla, è stato un vero piacere. Ricca di curiosità e aneddoti eppure rigorosa e molto documentata (112 pagine di note, bibliografia, indice dei nomi, fonti iconografiche) si legge come un romanzo di avventura, descrive una vita piena, mette in luce pregi e punti deboli del personaggio, sia nella vita privata sia nella vita pubblica e professionale.
Nel campo della fisica Einstein è, dopo Galileo (che la fisica l’ha fondata) e Newton, il terzo uomo che l’ha rivoluzionata, praticamente da solo. Nonostante i suoi colleghi contemporanei avessero tutti gli elementi per trarre alcune conclusioni (la relatività ristretta, la quantizzazione dell’energia dei fotoni) solo lui è riuscito, in poco tempo, a mettere in una teoria usabile le scoperte di fine ‘800 e inizio ‘900. Nonostante la sua fama di uomo distratto e di fisico teorico, al suo attivo ha anche alcuni brevetti e un metodo per separare gli isotopi dell’uranio, unico suo contributo attivo e inconsapevole (i militari non gli dissero per cosa sarebbe stata usata la tecnica, anche se Einstein poteva facilmente immaginarlo) alla costruzione della bomba atomica.
A questo proposito bisogna sfatare la leggenda che Einstein, a scuola, andasse male in matematica. Einstein non ebbe mai problemi con la matematica. È vero che da giovane non ne capì subito l’importanza nello studio della fisica, ma dopo il 1915 ne fece un utilizzo sempre più massiccio. Fu bocciato al test di ingresso al Politecnico di Zurigo, ma bisogna tenere conto che Einstein fece la prova con due anni di anticipo, a 16 anni, studiando da privatista (non aveva terminato il liceo). Superò la prova l’anno successivo.
Stranamente, quello che non passò nella leggenda è che Einstein fu bocciato in un esame di fisica e che si laureò nel 1900 con un voto appena sufficiente. Il professore che passò alla storia per aver bocciato Einstein fu Jean Pernet titolare del corso di laboratorio di fisica. Albert era impertinente e ribelle, non seguiva i corsi del professore, non seguiva le istruzioni degli esperimenti, pur conseguendo buoni risultati, e fece esplodere il laboratorio: tutte cose che non deposero a suo favore in sede di valutazione. Per quanto riguarda la laurea, il suo professore gli impose un argomento che non lo interessava minimamente. Pur avendo un’ottima media negli esami, prese un voto scarso nella tesi, che gli abbassò di molto il voto finale.
Altro punto che mi colpì molto fu il contratto che stese con la sua prima moglie, Mileva Marić, nel 1912. (v. l’accenno su Wikipedia) Sembra il contratto che si fa sottoscrivere a un domestica e mal si combina con la sua filosofia pacifista, l’appoggio a Marie Curie contro la misoginia dei colleghi, le sue lotte contro le disuguaglianze e le ingiustizie, la sua fama di uomo mite e gentile. Il punto è che si può essere geni quanto si vuole, ma quando un matrimonio va male, anche i geni si comportano come tutti gli altri. Il contratto fu proposto da Einstein per gestire una convivenza ormai divenuta difficile, tanto da arrivare alla separazione nel 1914 e al divorzio nel 1919. Nonostante il divorzio, Einstein si premurò fino alla fine del sostentamento economico della sua ex moglie, anche oltre i doveri sottoscritti.
Ultima curiosità che vi racconto è il fascino che ebbe sulle donne, sia in gioventù sia in età matura, e la sua vita niente affatto monogama, nonostante l’amore e l’affetto dimostrato per le due mogli.
E poi la figlia avuta fuori dal matrimonio, i retroscena del suo Premio Nobel, la sua fuga negli USA, il suo ruolo nella costruzione della bomba atomica, le sue battaglie politiche, filosofiche e scientifiche, le suo relazioni umane, appassionate, intense, fino alla incredibile vicenda dei suoi resti mortali.
Una vita straordinaria, intensa, piena. Si arriva alla fine del libro e si sente un vuoto. Viene voglia di riprendere la lettura per rivivere ancora la sua avventura.
Buona lettura!
PS: Dimenticavo: Nel 2016 il programma Radio 3 Scienza dedicò 17 puntate ai 100 anni della relatività e alla vita di Einstein. Attraverso il sito Rai non si riescono a reperire. Ho conservato un link RSS, unico modo per ascoltare e scaricare le puntate: http://www.radio.rai.it/rss/podcast/rssradio.jsp?channel=RF3&id=16288
...Continua