il principe albino e negromante, che con la sua lama che si nutre di anime combatte contro un destino avverso, è secondo me uno degli eroi fantasy più riusciti
Interessato più a creare un eroe atipico e in secondo tempo uno scenario fantasy purtroppo dimentica spesso l'ordine logico della narrazione e lo stile molto frammentato non aiuta il lettore. Un buon fantasy ma con qualche difetto, almeno in questo primo episodio della saga.
...ContinuaNulla da dire in fatto di idee innovative. L'autore ne offre parecchie nel corso del racconto lungo (si perchè non è un romanzo vero e proprio questo...). Purtroppo la prosa risulta appesantita da fronzoli eccessivi, oggigiorno fuori luogo.
Tante ottime idee trattate in modo approssimativo, con una manciata di cliché come contorno. Elric, il protagonista, è l’imperatore albino e malaticcio di una civiltà decadente nella quale la crudeltà è all’ordine del giorno, ma lui non è come tutti i suoi sudditi: è… troppo Bbbuono! Moorcock, stavi andando benissimo, perché rovinare tutto così?
Come se non bastasse, Elric è buono soprattutto quando ciò va a suo svantaggio, risparmiando ripetutamente il proprio arcinemico quando tutti gli consigliano di finirlo ed è chiaro che appena potrà il Malvagyo gli metterà i bastoni tra le ruote, cosa che puntualmente succede – ma non sia mai che per questo Elric debba fare la fine che meriterebbe: guarda un po’, si scopre che doveva agire proprio in questo modo per guadagnarsi il favore del dio che gli salva il deretano. A questo proposito, pare che gli dei facciano a gara per favorire Elric, salvandogli il culo myracolosamente quando si trova in situazioni senza via d’uscita: mi è stato assicurato che questo appoggio avrà un prezzo… nei prossimi volumi, per il momento Elric ha ottenuto gratis tutto quello che voleva.
Ogni situazione di tensione si risolve appunto a favore di Elric. Dopo le prime due o tre volte, la curiosità per conflitti in fondo ben gestiti lascia il posto alla noia, è chiaro che Elric in qualche modo (meglio se myracoloso) riuscirà sempre a cavarsela al meglio.
Elric di per sé è melanconico, un po’ emo, francamente tonto e incline alle pippe mentali. Emblematica a riguardo le scena in cui, nel bel mezzo di un duello, l’avversario lo deride in quanto albino dicendogli che per lui non c‘è posto nel mondo: pausa emo, Elric si mette a riflettere sulla sua mostruosità. LOL? Le tirate mentali per lui non sono un’eccezione, né sono fuori luogo considerato che oltre a essere albino è talmente debole da aver bisogno di assumere pozioni regolarmente per tenersi in piedi (un punto di forza quanto a originalità, questo). Elric è anche l’unico personaggio con un qualche tipo di introspezione psicologica: quanto al resto abbiamo una donzella che non fa altro che svenire/angosciarsi /cadere preda di sonno magico/venire rapita (così l’Eroe deve salvarla!) e altre attività che denotano un’incredibile personalità, e un cattivo patetico.
Quanto alla trama, l’impressione è che pur essendo in linea di massima buona e interessante potrebbe essere stata sviluppata con più calma; le stesse descrizioni sono scarne o circoscritte a un paragrafetto a loro esclusivamente dedicato. C’è un fiorire di ninnoli magici degni della miglior tradizione fèntesi: specchio magicissimo, spada magicissima con nome trucido, altra spada magicissima con nome ancora più trucido, nave più magica di tutti… La parte peggiore è indubbiamente quella del viaggio nell’aldilà di Elric, accompagnato da un Robin Hood daltonico raccattato trenta secondi prima al bar dell’angolo: non sanno dove andare, ma nel giro di qualche minuto reperiscono un buon uomo che pareva aspettare loro ed è in preda a un’amnesia totale, ma la destinazione di Elric la potrebbe indicare a occhi chiusi. Non mancano le canzoncine imbarazzanti, senza le quali “non è fèntesi!!1!”, e le cose francamente stupide come le navi corazzate di oro massiccio. Ehm, l’oro ha un peso atomico di poco inferiore a quello del piombo o del mercurio (e chi ha provato a sollevare una bottiglia di mercurio sa di cosa parlo), navi del genere dovrebbero colare a picco nel momento in cui entrano in acqua.
A tratti ripetitivo nelle raffigurazioni, descrive discretamente il personaggio dandogli un aspetto molto più umano e introspettivi, come del resto ci si otre aspettare nel genere heroic F..
Un buon fantasy, da leggere anche abbastanza velocemente e che lascia degli interessanti spunti di immaginazione.
Fantasy maturo