E qui saltiamo dal terzo al settimo romanzo della serie dei due poliziotti. Ed il salto si sente, che, pur rimanendo nel filone dei caratteri sopra espressi, si notano salti caratteriali e di vita, forse giustificati, ma di certo non spiegati. Che, ovvio, erano stati espressi nel corso delle varie puntate della scrittura seriale. Ma abbiamo anche un altro punto negativo: il vezzo di modificare il titolo da “Donna nella plastica” (come in effetti viene trovato il cadavere di Veronika) a queste apparenze false (come spesso sono le apparenze), ma immotivatamente assurte a titolo. Non nego, ovvio, che il titolo italiano abbia comunque attinenza alla trama. Anzi, per tutto il corso del romanzo sono proprie le cose che appaiono a non essere vere, a celare altre verità. Dahl ha anche qui la capacità di mescolare più trame, intrecci disparati, alcuni solo marginali, altri che tendono a distogliere il lettore, e farlo procedere su false piste. La trama principale riguarda la morte di Veronika Undset, trovata dall’ispettore Frank Frølich in un cassonetto, nuda ed avvolta in un sacco di plastica. La riconosce perché l’aveva arrestata pochi giorni prima. Frølich stava pedinando un criminale, Kadir Zahid e scopre che Veronika passa la notte con lui. Quando esce, Frølich la perquisisce e trova della cocaina in un accendino. Veronika se la cava con una multa. Ma la sera stessa Frølich partecipando alla festa del suo amico Karl Anders scopre che questi si è fidanzato con Veronika. Alla festa Frølich conosce anche la precedente fiamma di Karl, Janne, una madre single con figlio adolescente e problematico. Molti misteri si addensano nell’orizzonte della trama: Veronika infatti va da uno psicologo, Erik Valeur, ed è assediata da uno stalker che la fotografava sovente quando lei riceveva uomini nella sua casa. Stalker che pochi giorni dopo viene anche lui trovato ucciso. Inoltre, tutte le tracce tendono a sparire: il computer di Veronika, i suoi telefoni, fissi e mobili, il computer dello stalker, e chi più ne ha più ne metta. Frølich, troppo coinvolto nelle indagini, viene allora dirottato sul caso di una studentessa di colore Rosalind M’Taya, arrivata da poco in Norvegia per studiare, scomparsa poche ore dopo l’arrivo. Le indagini vengono quindi prese in mano direttamente da Gunnarstranda, che viene aiutata da un nuovo personaggio, l’ispettrice Lena Stigersand. Indagando ad ampio raggio, si scopre inoltre che Kadir è implicato in una serie di furti, che spaccia anche droga, servendosi di ragazzotti, tra cui Kristoffer, il figlio di Janne. Inoltre, Erik Valeur era stato lo psicologo di una scuola media, dove trovò la morte una ragazza, Sonja, con modalità simili a quelle di Veronika. Mentre Frank risolve brillantemente il caso della ragazza scomparsa, ritrovandola, trovando il colpevole, ed innescando una storia parallela che poco interessa il filone principale, Lena si intrufola nell’ambiente dello psicologo, cercando di trovare prove del suo coinvolgimento nell’omicidio di Veronika. Ma anche noi capiamo che sarebbe troppo facile. Troppo misteriose le mosse di Veronika la notte della sua morte. Perché è stata a lungo da Janne prima di andare da Kadir? Perché non c’è una prova della convergenza tra la morte di Veronika e quella dello stalker? Perché Kristoffer ha il bagno pieno di dosi di cocaina? Perché Janne torna con Karl Anders? Il finale lascia qualche sorpresa, dove vi svelo solo che Valeur era l’assassino di Sonja, ma non di Veronika. Scoperta che fa Lena mettendo in pericolo anche la sua vita, ma uscendone vittoriosa anche se malconcia. Così come vittorioso esce Frank dal confronto con Karl, dove veniamo anche a scoprire i segreti del loro odio – amore che risaliva ad una brutta storia di donne in gioventù svoltasi in Corsica. Ma la vittoria Frank la paga a caro prezzo, che, furioso con Karl, lo riempie di botte. Per tale motivo, verrà allontanato dalla polizia, o quanto meno sospeso. Nel resoconto finale che fa Gunnarstranda oltre a capire tutta la vicenda, di Veronika, di Janne, di Karl, dello stalker, capiamo anche che sarà Lena la sua prossima partner investigativa. Sperando che la nuova coppia sia più accattivante di questa ormai arrivata al lumicino. Dahl ci presenta un discreto spaccato dalla Oslo odierna, ma non riesce a coinvolgerci in maniera seria nella trama e nei suoi risvolti. Tanto che mi trovo a ripetere il finale del commento precedente (anzi non lo ripeto, rileggetelo). Finisco con un piccolo cammeo: a pagina 151 Gunnarstranda sta in salotto con la sua nuova fiamma Tove, ascoltando musica. Alla richiesta di cosa sia, la donna risponde: “Paolo Conte … jazz italiano … è davvero piacevole da ascoltare”. Concordo al 100%.
...ContinuaLetteralmente divorato. Ho apprezzato lo stile di questo interessante scrittore scandinavo, paragonabile ad Akan Nesser o ad Åsa Larsson per la capacità di tenere incollati alla pagina.
"Sono cose che succedono tutti i giorni: il tram è in ritardo di due minuti e magari mentre aspetti alla fermata conosci qualcuno che poi finirai per sposarti. La vita è fatta di casualità. Ci imbattiamo nella casualità delle cose in ogni momento, è inevitabile."
...ContinuaLetto un giallo scandinavo ne resti un po' avvinta:dopo "Il corpo di ghiaccio" dello stesso autore, ne sono rimasta irretita e ho voluto replicare con questo. Non mi ha delusa: la trama è molto avvincente, l'intrigo ben congegnato e non mancano la suspense e i colpi di scena. I personaggi non sono particolarmente affascinanti, anzi appaiono piuttosto brutti e di pessimo carattere (non se ne salva uno!) e la polizia pare composta da elementi un po' paranoici e soprattutto scostanti al massimo tra loro: manca la complicità affettuosa che contraddistingue gli investigatori made in Italy. Tuttavia sono simpatici, da Franck Frolick a Gunnastranda, a Lena e Rindal, alla fine ti sembra di conoscere le loro manie, i loro protagonismi e i loro modi rudi e urticanti. Frolick arresta e subito scarcera una giovane donna sospettata di essere legata con la malavita di Oslo in furti su commissione; ben presto scopre che è la fidanzata di un amico di gioventù e, a complicare le cose, qualche giorno dopo la ritrova cadavere in un cassonetto dei rifiuti. Le indagini riusciranno a far luce sul terribile delitto e scopriranno anche altre inquietanti storie che ne fanno cornice. Molto avvincente, si legge velocemente e soddisfa i giallisti esigenti.
...ContinuaOttimo poliziesco procedurale. Interessante ed originale il tema delle “false apparenze”. Personaggi OK. Autore norvegese da seguire.