Nella postfazione di Fernanda Pivano il primo romanzo di Chuck Palahniuk viene descritto come una delle più violente aggressioni realizzate (fino al 1996, data di pubblicazione del libro) dalla Generazione X alla semantica dei baby boomers. Aver letto questo libro con 25 anni di ritardo mi permette di sovrapporre lo sguardo di oggi e di realizzare quanto in Italia fossimo ancora più intrappolati dentro al sistema e meno consapevoli delle insidie che consumismo, materialismo e yuppismo in quello stesso periodo portavano con sé. Prima fra tutte la frantumazione della società in tanti ego ipertrofici alla spasmodica ricerca di successo, con la competizione assunta a valore assoluto.
Raccontando la storia dell'omonimo protagonista, di Tyler Durden e di Marla, l'autore va oltre l'intento di svelare il vuoto che si cela dietro alla ricerca della perfezione che l'american way of life inculcava (e tuttora inculca) nell'individuo. Descrive ciò che accade all'essere umano quando cerca di dare un senso diverso alla propria vita nell'esatto momento in cui questa é perfettamente innestata (quasi stritolata) nel meccanismo conformista.
Racconta, quindi, come sia possibile perdere e rinnegare la propria identità pur nello sforzo di cercarla.
Il fight club è un ritrovo di uomini che hanno perso ogni riferimento, uomini che, cercando di distruggersi, tentano di recuperare la percezione del proprio potenziale fisico e psichico, perché "forse l'automiglioramento non é la risposta, forse la risposta è l'autodistruzione".
Il fight club è un luogo protetto dal silenzio, quasi irreale e onirico. Sono le ferite che restano nei corpi e le cicatrici dell'anima a testimoniare, quando finisce la notte, la sua esistenza lasciando tracce profonde nella memoria fisica e psichica.
Ad un certo punto il gioco (oltre a favorire l'espansione incontrollata dei fight club, fino quasi ad espellere e disconoscere il suo stesso ideatore) si trasforma in un progetto di caos organizzato, definito anche come burocrazia dell'anarchia, volto a destabilizzare la società e "a far prendere coscienza a ciascun partecipante del progetto di potere che ha di controllare la storia".
Il resto è da scoprire: il colpo di scena finale, il linguaggio a tratti straniante, ripetitivo, ossessivo e sconclusionato, insieme ai tanti momenti surreali e dissociativi, come descrizioni di incubi sovrapposti.
Oltre ad aver letto in ritardo il libro, non ho mai visto il film. Spero di averne presto l'occasione, perché già solo il fatto che sia Edward Norton ad interpretare il protagonista promette bene.
Nonostante si tratti di un libro, e successivamente di un film, popolarissimo.. non mi ha entusiasmato. Il protagonista è senza nome, un impiegato annoiato che soffre di insonnia. Il suo incontro con Tyler Durden lo condurrà a toccare il fondo, in una spirale di violenza sempre più forte. La narrazione frammentata, che intende rendere i pensieri sconnessi di una persona con evidente lucidità mentale ridotta, è difficile da seguire. Alcuni episodi di forte violenza sono molto duri da affrontare, soprattutto se si è sensibili all'argomento.
A me non è piaciuto, preferisco la narrazione classica.
Non avevo ancora letto questo famoso romanzo, ma ovviamente avevo già visto il film tratto da esso in precedenza.
Mi è quindi mancato il colpo di scena sulla reale identità di Tyler Durden, il coprotagonista della storia, ma questo non ha di certo sminuito il senso di disorientamento che si prova nella lettura.
Un romanzo che si presta a diversi livelli di lettura, in quanto affronta svariati temi dal punto di vista allucinato e disordinato del protagonista.
Ad una lettura superficiale la narrazione segue la vicenda dell'anonimo protagonista, dell'istituzione dei Fight Club come vie di fuga dalla monotonia e dall'assimilazione della vita quotidiana, fino al punto in cui la creatura sfugge al controllo del protagonista, quasi rivoltandosi contro di esso.
Ma è anche un libro che descrive il disagio e il senso di alienazione di molte classi sociali, il bisogno di comprensione e vicinanza delle persone gravemente malate, il pessimismo nei confronti della vita e la presa di coscienza della sua completa mancanza di senso, e infine la follia e la perdita di controllo cui tutte queste crisi possono portare.
Paradossalmente, tutte queste figure in crisi e prive di identità, cercheranno una via di fuga solo per finire omologate nei fight club, dove abbandoneranno sì le loro vite tristi e prive di senso, ma senza trovare una nuova identità, e anzi finendo per essere, come le chiama il protagonista, delle "scimmie spaziali": meri strumenti di un ordine di cui neppure conoscono il fine, ma solo le regole.
Un romanzo le cui lettura ho trovato difficile, con uno stile schizofrenico che ricalca la condizione del protagonista, con ripetizioni frequenti, scene confuse tra passato e presente.
Il tutto sarebbe comunque molto apprezzabile ed originale, non fosse che personalmente ho trovato la narrazione priva di quel ritmo che ti spinge a procedere, come non vi fosse una soluzione alla disperazione presentata, come non vi fosse una via d'uscita.
Che lettura faticosa per i contenuti pesanti! Cinismo, ira, malvagità ... nella prima parte della lettura mi ha scossa la personalità di Tyler che diventa quasi un mito per il protagonista. Quanta rabbia si può provare verso se stessi da aver bisogno di sfogarla con efferata violenza verso gli altri? Quanto poco amore si può provare per se stessi da aver bisogno di essere fisicamente colpito con efferata violenza? Quanta rabbia e odio si devono provare verso il prossimo per arrivare ad urinare nel brodo prima di servirlo???? Tutto questo malessere, questo cinismo mi hanno reso faticosa la lettura, devastante leggere parole e pagine, notevole lo sforzo per proseguire fino alla fine. Oltre la metà il quadro si fa più completo e chiaro ... ma non meno pesante. Sdoppiamento della personalità ... schizzofrenia ... patologia o chiara coscienza del lato più oscuro e malvagio della propria personalità? Una personalità così malvagia da poter essere mantenuta sotto controllo solo grazie al forte autocontrollo che sfrutta ogni energia ... una personalità malvagia che prende il sopravvento non appena il corpo si addormenta e devasta tutto e tutti.
...Continua