Il padre avrebbe voluto chiamarla Minna che significa "amata" e la madre invece l'ha chiamata Fredrika che significa "colei che ama la pace". Un giorno si immagina una ragazza dai capelli biondi, riccioli, gli occhi celesti. Finchè non la vide veramente pensò che era frutto della sua immaginazione; finchè, non la vide a scuola. Non riusciva a guardarla negli occhi, ma col tempo capì che l'avrebbe trovata ovunque.La protagonista, riuscì tuttavia a superare la separazione dei suoi genitori, e il rapporto tra lei e sua madre grazie alla forte amicizia creatasi fra lei e la ragazza dagli occhi celesti. Questo libro mi è piaciuto moltissimo.
...ContinuaIl libro che ho in mano ha un'altra copertina che mi piace moltissimo: due ragazze con il cappotto verde (Fredrika con la biglia in mano e Britt con i libri sottobraccio).
Non riesco ancora bene a parlare di questo romanzo che ho letto intorno ai 12-13 anni.
"Papà avrebbe preferito che si chiamasse Minna...
- Forse perché significa "amata" - le aveva spiegato una volta, con quell'aria timida che lo contraddistingueva.
Invece l'avevano chiamata Fredrika: in parte perché il nonno materno si chiamava Fredrik, ma soprattutto per via di Fredrika Bremer."
"Ricordarsi il papà è come guardare in un binocolo alla rovescia. Le immagini sono talmente nitide da sembrare irreali, ma così terribilmente lontane, come se le si osservasse dall'altra parte di un tunnel infinito"
"Aveva sentito dire che le voci delle persone sono difficili da ricordare, che la prima cosa che si dimentica di una persona è proprio la voce. Ma era poi vero?"
"Aveva mai saputo, in fondo, che cosa voleva fare di sé? Che cosa sapeva, in realtà, delle sue vere risorse?"
Una ragazza alla ricerca di un'identità, convinta dalla madre perfetta ad essere vincente e brillante, quando il padre, sognatore e "debole" è visto solo come un fallito. Quante volte mamme moderne non accettano figlie come la protagonista... bello, bello.
...Continua