Niente, non ce la faccio proprio ad entrare in sintonia con questo gigante della letteratura. Non riesco ad empatizzare, almeno non ancora, non avendo letto abbastanza, con Seymour Glass, il piu importante personaggio uscito dalla penna di Salinger, forse ancor piu importante di Holden Caulfield, a quanto si legge in giro, altro personaggio con cui non ho avuto un gran rapporto. In questo libro epistolare, una lunga lettera scritta alla famiglia dal bambino prodigio Seymour, non capisco dove si voglia andare a parare. Il giovane "super uomo" Seymour scrive dal campeggio estivo di Hapworth: il tono è quello giusto, proprio di una lettera, a volte lento e riflessivo, a volte esagitato come se la penna non riuscisse a tenere dietro alle parole; e questo mi è risultato più che apprezzabile. Le descrizioni della gesta del protagonista e ancor più del super talentuoso fratello Buddy, l'analisi dei sentimenti dei due ragazzi nei confronti dei coetanei e dei familiari risuonano di un ampollosità un po' stucchevole: siamo in presenza di due personalità straordinarie, e come tali fuori dal tempo a dispetto della loro tenera età (rispettivamente 7 anni Seymour e 5 Buddy), ma mi è risultato quasi impossibile empatizzare con le loro emozioni, espresse col tono di un adulto che fa i conti alla fine propria vita: benché Seymour fosse già cosciente del suo destino, e ce lo dice a più riprese, il racconto risulta non tanto inverosimile quanto estraniante, ma nel modo che non piace a me. Sicuramente è un mio limite: ho un problema con la "super umanità". O forse non ci ho capito niente io, e non ho ancora delle basi solide per giudicare la saga di questa "straordinaria" famiglia, non avendo letto altro che questo libro che è l'ultimo in ordine cronologico ma tratta di avvenimenti che saranno prodromi della saga in questione. Oppure, ancor più probabile, J.D. il recluso ci sta prendendo per il culo: obbiettivo centrato, almeno con me. Mah, non so, comunque prima di chiudere definitivamente con Salinger leggerò almeno un altro paio di scritti, poi vedremo, al limite ci lasceremo così, senza rancore.
Con questo libro partecipo comunque alla #RcR2017 (https://parladellarussia.wordpress.com/2017/01/06/reading-challenge-russa-2017/) come #librocult, più per le vicissitudini editoriali di questo libro che evidentemente per quello che la sua lettura mi ha lasciato: è un vero e proprio libro "pirata", non ha numero isbn ed è stato ritirato in fretta dagli scaffali in quanto la Eldonejo (denunciata dalla Einaudi che deteneva i diritti di Salinger in Italia) l'ha tradotto, ad opera di Simona Magherini, senza alcuna autorizzazione. Non esiste questo libro, era apparso come racconto sul New Yorker, ma mai nessun editore al mondo aveva ricevuto fino in fondo il benestare dell'eremita J.D. Salinger alla pubblicazione, nonostante qualche incongruente e timido approccio. La mia copia l'ho scovata su ebay, per caso, per pochi euro, cercando, come spesso accade, altri libri usati e introvabili: approfondii la ricerca, trovai queste bizzarre notizie, e mi dissi che un bibliofilo libridinoso come me non poteva lasciarsela scappare. Lo ripongo sulla scaffale, più contento di possedere una sorta di Gronchi Rosa che di averlo letto.
Piccolo capolavoro di uno dei miei scrittori preferiti. La filosofia in bocca a un ragazzino che scrive una lunga lettera ai genitori da un campeggio dove si trova in vacanza col suo fratellino. Filosofia di ogni cosa, del linguaggio innanzi tutto, e anche nella traduzione in Italiano si gusta questo avvincente amore per la lingua, per il pensiero, per il dubbio su tutte le cose dell'esistenza, per la vita e il suo contrario, un inno alla gioia illustrato da un bambino che presto si immergerà nell'inevitabile istinto di morte.
La saga di questa famiglia Glass che ritroviamo in ogni romanzo e racconto di Salinger: un manipolo di fratelli/ragazzini più saggi degli adulti, che hanno già chiaro il mistero dell'esistenza e tentano in ogni modo di scriverlo tramite lettere spedite (o finte forme diaristiche) o dialogo a viva voce pieno di pause e pensieri interrotti, perché sono personaggi che pensano davvero, non recitano mai a memoria la loro sagace saggezza (e ringraziamo Hemingway per aver insegnato ai personaggi il dialogare autentico) agli altri preziosi componenti della famiglia. I piccoli ragazzi di Salinger parlano come fossero sciamani, rimaniamo rapiti dai loro costrutti frizzanti, mai scontati, perché i ragazzini di Salinger possono permettersi di trattare qualsiasi argomento, anche il più banale, ed essere immancabilmente geniali.
Un gioiellino. L'ultimo colpo di genio di J.D. Salinger prima della scomparsa dalle scene merita assolutamente di essere letto per poter apprezzare l'iperbolicamente ampollosa lettera dell'insolitamente precoce bambino di 7 anni Seymour Glass ai suoi genitori dal campeggio estivo. Quando un libro entusiasma al punto di prendere l'autobus che fa il giro più lungo per farsi avvolgere nelle volute delle parole e vedere scorrere le pagine sino al termine, credo non serva aggiungere altro, tranne che l'aver scoperto di averlo letto in un'edizione pirata oggetto di una causa legale ed andata a ruba persino su ebay non ha prezzo.
...Continua