Stampato per la prima volta nel 1955 e tradotto in moltissime lingue, I miei sette figli è un documento fondamentale dell'epopea partigiana italiana. Mai nella storia di un popolo, neppure nelle sue leggende, si era avuto il sacrificio di sette fratelli caduti nello stesso istante e per la stessa causa. La vicenda di Alcide Cervi e dei suoi figli è quella di una famiglia contadina che guarda avanti e comprende come, per rendere piú produttiva la terra, sia necessario appropriarsi di tecniche moderne. Ma è anche la vicenda di una famiglia partigiana che intraprende una tenace lotta contro le ingiustizie sociali e il regime fascista, fino alla scelta estrema di imbracciare le armi. Intensa, ma purtroppo breve, la Resistenza dei Cervi si conclude il 28 dicembre 1943, quando i sette fratelli vengono trascinati di fronte al plotone di esecuzione. Sopravvissuto allo sterminio dei figli, il vecchio Alcide torna a coltivare la terra con le donne e i nipoti superstiti, lasciandoci un'indimenticabile testimonianza dell'inesauribile forza dei valori della Resistenza.
L'introduzione di Luciano Casali, oltre a contestualizzare la storia dei Cervi, racconta le vicende legate alla nascita del libro e agli interventi apportati alla seconda edizione del 1971.
...ContinuaTra gli altri volumi recuperati in questo periodo mi sono accorto di avere anche questo ed in particolare questa edizione, la prima (del '55). Chissà come ci è finita lì!
Una storia antica, quella dei Cervi. Antica ma allo stesso tempo attuale ed importante. Perché ci ricorda una lezione di quel mondo contadino che fu, che oggi è ripreso e tenuto in altri ambiti, come quello medico (ed in particolare dai volontari di Emergency): come ricorda Marco Paolini in un suo vecchio spettacolo: "prima dagli da mangiare, poi da dormire...poi si vedrà".
Ecco allora che recuperare oggi l'insegnamento dei fratelli Cervi, tenere viva la loro memoria (come si fa da anni a Campegine a Casa Cervi) diventa innanzitutto un atto di resistenza civile.
Maria Cervi, prima della sua morte, diceva: "Nessuna conquista è per sempre, c'è sempre qualcuno che è interessato a toglierla...e allora resistere non è solo un dovere, ma una necessità dei giovani".
Nulla di più vero.
Grazie Fratelli Cervi, grazie Alcide!
Letto tantissimi anni fa.
Un libro struggente e unico. Sette figli in un unico, immenso dolore.
Poi la forza creativa della testimonianza oltre le lacerazioni della propria carne.
Un caposaldo della memoria antifascista. Per non dimenticare...
E non permettere ai "nuovi nazismi" (nichilismo, disfattismo e maledettismo in primis) di continuare nella loro dittatura col rischio che possano tornare far scuola e sfracelli.
Per non dimenticare.
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(Reggio Emilia - città dei Cervi - 2 maggio 2019)
Letto quasi per caso, sono molto contenta di averlo fatto. La storia di questa fantastica famiglia, dei loro ideali, portati avanti con onore fino alla fine, è di grande insegnamento. Ed è altrettanto importante tenere vivi i ricordi di quel periodo, raccontati da chi li ha vissuti in prima persona, perché con il passare del tempo, non passi anche la memoria di quell'epoca.
...ContinuaUna storia che dovrebbe far pensare i più giovani, quelli che hanno perso i valori e gli ideali; quelli che della storia non sanno nulla e se ne "sbattono" del passato; quelli che dovrebbero lasciare il telefonino a casa e guardarsi intorno; quelli che dovrebbero rimpossessarsi delle proprie radici e migliorare questo mondo.
Una storia vera che potrebbe sembrare opera di fantasia, ma purtroppo non lo è. Una storia che dovrebbe essere studiata a scuola per far capire che "un popolo istruito e sempre meglio di un popolo ignorante"...
Una storia di resistenza, uno spaccato sulla lotta partigiana, una famiglia che ha lottato contro il regime, con tutte le loro forze, a costo della vita. Storia narrata dal padre dei fratelli Cervi, una storia commovente con profondi spundi di riflessione
...Continua