Ricordo di aver comprato questo libro anni fa per due motivi: il primo è per dare luce ad autori emergenti ed il secondo perchè un libro Horror capace di essere distribuito in diversi paesi con buon successo, mi ha incuriosito.
Bhè devo dire che il primo punto esce fuori abbastanza evidente con una scrittura acerba e con una trama abbastanza scontata.
Il secondo punto, il successo, devo capire a cosa sia dovuto.
Il divoratore non è un brutto libro e affronta temi importanti come la disabilità ed il bullismo ed è quindi da apprezzare il coraggio di un autore giovane che si mette subito in gioco con questi argomenti.
Analizzando, però, la trama il divoratore è la storia di un "diavolo" evocato da un giovane maltrattato che si "sfoga" contro i suoi bulli.
Senza approfondire ulteriormente ed evitando spoiler, il romanzo prosegue in maniera abbastanza rapida esaurendo le sue 250 pagine, senza grandi clamori o approfondendo chissà quali dinamiche o personaggi. E tutto finisce senza lasciare grandi sussulti.
Rimandato...ma con speranze...
L'idea della storia di per sé è degna di rispetto, ma la narrazione non emoziona mai. Sempre della stessa autrice avevo già letto "Almeno il cane è un tipo a posto" e rispetto ad esso si nota molto il cambio di tratto, da banalissimo a leggermente interessante. Sono tutti quei riferimenti alla modernità, dai dialoghi fra i personaggi all'ambientazione nel riminese, che sciupano tutta la trama.
Poca roba insomma, 1 stella.
Devo dire che è il secondo libro che leggo della Ghinelli e mi è piaciuto proprio. Il discorso è che la storia non è che sia emozionante, terrorifica o particolamente originale ma il suo stile di scrittura è ciò che rende la storia tutto ciò che non è.
E' evocativo, zeppo di allegorie ed originale. Lo adoro.
I bimbi e l’Uomo Nero.
Quello che esce dai loro incubi peggiori, quello che, se non lo pensi e se non ci credi, smette di esistere.
Nella letteratura horror gotica è un’immagine super-inflazionata, ma Lorenza Ghinelli ci ha costruito un intero romanzo, ansiogeno, ipnotico, assurdo. Francamente sono sorpresa di essere fra le poche ad averlo apprezzato, e dire che di romanzi del genere ne ho già letti parecchi e dunque avrebbe anche potuto sembrarmi l’ennesima boiata. Invece no. Lo stile asciutto, le pagine che si fanno voltare in maniera precipitosa, la storia ricca di suspense, l’innocenza dei piccoli protagonisti che si fonde con la cattiveria del mondo, con la voglia di rivalsa, col desiderio di vendetta, con l’ombra delle loro paura più grosse, rendono il romanzo, se non memorabile, ben godibile. E’ un romanzo particolare, va al di là dell’essenzialità della scrittura e gioca tutto con le immagini, macabre, brutali; e spesso resta fra l’ombra e la luce, quello spazio dove vedi e non vedi, dove puoi immaginare, dove l’incubo se vuoi diventa reale, dove l’inconscio la fa da padrone….un terreno non scontato, mai completamente esplorato fino in fondo. Per tali motivi non mi sento di bocciare il romanzo di Lorenza Ghinelli, anzi, ammetto con franchezza che, complice la libertà delle vacanze estive, “Il divoratore” l’ho divorato, e sono curiosa di leggere altro di lei.