« Je ne sais quoi è un modo elegante di per non dire nulla», replicai. «Significa qualcosa d'indefinibile che molto difficilmente si può esprimere a parole, ma petite. Una qualità che trascende il linguaggio.»
In questo sesto volume ritroviamo Anita in uno stato d’animo non troppo frequente per lei: il fatto di rischiare di essere uccisa non in uno scontro diretto ma attraverso un letale colpo dalla distanza la turba al punto da assoldare come guardia del corpo uno dei personaggi più interessanti di tutta la saga, Edward; è infatti un personaggio che, pur essendo un semplice umano, riesce comunque a focalizzare l’attenzione del lettore su di sé, è talmente criptico che è impossibile prevedere il suo comportamento, e soprattutto riesce ad essere più spaventoso di qualsiasi altra creatura nonostante l’aspetto ordinario.
Mi è piaciuto molto questo volume, Anita Blake dimostra sempre di sapersela cavare, resistendo anche alle ferite più atroci.
Niente di nuovo rispetto ai precedenti. Trama piatta e ripetitiva e dialoghi privi di personalità oltre che una protagonista che si preoccupa di nascondere ad ogni occasione le armi che ha indosso ma non prova nulla nell'uccidere una persona.
"Il più bel cadavere che avessi mai visto sedeva di fronte alla mia scrivania, con una giacca di velluto nero che faceva risaltare i pizzi della camicia bianca..."
Anita Blake