C'è molto di Zadie Smith (ho scoperto questo libro grazie a lei) in questo divertente romanzo. Karim è un indiano di seconda generazione che: ha un padre nullafacente che si diverte ad incantare gli inglesi con il buddismo; una madre presto abbandonata dal padre; e una matrigna, Eva, con cui il padre andrà a vivere. Eva ha un figlio, Charlie, grande amore di Karim, che riesce a sfondare nel mondo. Siamo nella Londra dei primi anni 90, un posto il cui il razzismo e le discriminazioni sono ancora vive. Nel romanzo di Khuerifi vediamo il tentativo della minoranza indiana di ambientarsi nel mondo occidentale. Alcuni personaggi, come lo stesso Charlie, ci riusciranno, sprofondando nei piaceri e nei vizi; altri personaggi, come lo zio di Karim, Anwar, moriranno senza comprendere fino in fondo che vivere in occidente comporta l'adesione ai suoi valori principali. In Denti Bianchi della Smith avevo notato come era inevitabile per uno straniero, ancor di più se giovane, farsi abbagliare dal mondo occidentale. Qui vige lo stesso principio. L'Occidente è un virus che contagia i protagonisti provenienti da un'altra cultura. l'Inghilterra con cui Karim verrà a contatto è quella superficiale e danarosa del mondo dello spettacolo, in cui non c'è posto per l'amore sincero, in cui le coppe sono intercambiabili, in cui tutto ma proprio tutto è: solo sesso.
...ContinuaAnche se la colonna sonora del libro è rock a tratti punk, il libro è pop perchè i protagonisti sono le persone nel loro ambiente naturale che dalla periferia migrano verso la città.
Romanzo bizzarro, interessante e divertente anche se a volte la narrazione sembra farsi un po' confusa. Il libro inizia con un buon ritmo, la prima parte è piacevole e scorrevole e poi a metà libro la storia si fa un po' più confusa, e gli eventi narrati sembrano andare verso direzioni diverse ... si perde un po' il filo della narrazione che si ritrova nella parte finale.
I personaggi sono ben curati e descritti, spesso maleducati, menefreghisti, indifferenti, della macchiette ma anche gentili, umoristici e ironici e non ho trovato nessuno che non mi piacesse.
Forse l'ho letto tardi. Se come Zadie Smith - che ne cura l'introduzione - l'avessi letto appena uscito forse lo avrei trovato più potente e trasgressivo.
Un saggio camuffato da romanzo, ecco la mia impressione; anzi vedo proprio Kureishi chino sul microscopio mentre osserva il vetrino “periferia londinese” contenente i viventi che si evolvono col passare del tempo. Già Londra, lontanissima per Karim adolescente ingenuo alla scoperta di se, del mondo e del sesso. Soprattutto il sesso e le sue problematiche adolescenziali permeano il racconto. Karim è confuso ancora non sa cosa e chi vuole; in una società dove il sesso libero era appena stato sdoganato la confusione regna sovrana tra rapporti LGBT e incesti vari. Come se non bastasse tutto ciò, ogni tanto fanno capolino la xenofobia e il razzismo; per i londinesi degli anni 70 tutti gli orientali erano paki, così come per noi sono tutti cinesi. In seguito alla separazione dei genitori finalmente Karim raggiunge Londra, anzi, meglio si avvicina al centro e li cerca di cogliere le opportunità, sia lavorative che di crescita personale, che l’ambiente sembra offrire.
Un ultima cosa, mi ha molto infastidito il gergo sboccato e volgare che permea tutto il racconto, pur capendone la necessità narrativa non l’ho proprio digerito!
da una parte sento che avrei dovuto leggerlo a vent'anni per immergermici davvero. dall'altra so che non sarei stata pronta per capirlo sul serio, tra critica sociale, problemi postcoloniali e nichilismo giovanile. felice di averlo letto comunque.
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