Il colore della magia è un’avventura colorata, originale, decisamente sopra le righe che conquisterà chi è stufo dei soliti fantasy. L’autore ci trasporta in un mondo trainato nello spazio da una tartaruga gigante popolato da dei, eroi, casse di legno con le gambe e tanto altro.
Scuotivento è forse il mago meno quotato della città di Ankh-Morpork, conosce un solo incantesimo e per ragioni validissime non può nemmeno usarlo così, quando il Patrizio della città gli affida il compito di proteggere il ricco Duefiori, non ha ben chiaro in che guaio si sta cacciando. Duefiori è il primo turista del Mondo Disco, un assicuratore pieno di soldi che ha scelto di recarsi in vacanza proprio ad Ank-Morpork. La verità è che c’è un po’di Duefiori in tutti noi. L’ometto se ne va in giro con la sua bella macchina fotografica alla ricerca di eroi ed eventi caratteristici da immortalare e non faremmo anche noi la stessa cosa se ci ritrovassimo d’improvviso in un mondo fantastico? Una rissa da taverna, un eroe a passeggio per la città, quasi tutto è interessante per Duefiori. Per il povero Scuotivento non sarà affatto facile stare dietro all’incauto turista e impedire che venga derubato o ucciso, specie quando quest’ultimo finirà al centro delle beghe tra l’imperatore e il gran visir, il primo intenzionato a proteggerlo, il secondo pronto ad assoldare un sicario per farlo fuori.
Fin dalle primissime pagine i due protagonisti si ritrovano preda di una girandola di eventi messi in moto niente meno che dagli dei. Una delle cose che ho davvero adorato di questo romanzo è come gli dei giochino, letteralmente, con le vite dei mortali. Il mio preferito, ovviamente, è Morte che se ne va in giro con la sua brava falce e ogni tanto tenta di prendere Scuotivento perdendo sempre il momento propizio per raccogliere la sua anima. Tutto, dall’incontro tra Scuotivento e Duefiori, all’incendio che ha distrutto Ank-Morpork fa parte della partita in corso tra Cieco Io e la Signora e, quando Cieco Io perde la partita, beh è allora che le cose si fanno più interessanti perché un nuovo dio, Fato, prende il suo posto. Cosa succederà ai nostri due sventurati protagonisti se dovesse vincere?
Riuscirà il buon Scuotivento a salvare la pelle e, allo stesso tempo, a proteggere Duefiori? Il rapporto che si crea tra Scuotivento e Duefiori mi è piaciuto molto. All’inizio, il mago non sopporta il turista, che di certo sembra a dir poco sprovveduto, tanto da far perdere la pazienza a chiunque ma poi, pian piano, Duefiori rivelerà lati di sé… sorprendenti che gli permetteranno di mantenere la calma anche nelle situazioni più disparate. Tanto Scuotivento si preoccupa di sfuggire a Morte e di salvare l’amico, tanto quest’ultimo appare quasi inconsapevole dei pericoli che si trovano di fronte dando vita a situazioni molto divertenti.
Il Mondo del Disco è complesso e affascinante potrete incontrarvi draghi immaginari, eroi indomiti, turisti ingenui e maghi che non possono usare la magia e del resto, da un luogo dove la domanda più importante riguarda il sesso di una tartaruga, cosa ci si poteva aspettare? Ebbene sì, non sto scherzando, scoprire il sesso della grande A’Tuin, la tartaruga gigante che scarrozza il Mondo Disco, potrebbe rivelarsi decisivo… ma anche letale. Ogni tanto si ha un po’ la sensazione che la storia salti di palo in frasca presentando personaggi e situazioni che solo dopo diverso tempo si intrecceranno con le vicende di Scuotivento e Duefiori e questo potrebbe essere un po’ straniante per alcuni lettori rendendo difficile seguire le vicende del mago e del turista. A me non ha dato troppo fastidio anche se ammetto che questa lettura è andata un po’ più a rilento rispetto al solito.
Il finale che, per molti, è ritenuto un cliffhanger per me è più un “to be continued” che non obbliga a leggere per forza il secondo volume. È un finale… inaspettato e bizzarro come, del resto, lo sono il Mondo Disco e tutti i suoi abitanti. Penso che proseguirò la lettura di questa saga tanto più che Salani la sta ristampando ma il fatto di non essere costretta a proseguire immediatamente la lettura perché smaniosa di sapere come va a finire per me è decisamente un pregio. Consigliato a tutti i sognatori che si sentono pronti ad affrontare una bizzarra avventura in un mondo sorretto da quattro elefanti appoggiati sul dorso di una tartaruga che vaga nello spazio. Avventura e divertimento sono assicurati.
Recensione completa sul blog Le Tazzine di Yoko
https://www.letazzinediyoko.it/il-colore-della-magia-recensione-fantasy-terry-pratchett/
Vi trovate tantissime altre recensioni ^_^
...Continua...e anche l'ultimo. Qui finisce per me la saga di Mondo Disco: deludente. Un fantasy fuori dagli schemi del fantasy, privo di logica, quasi l'unico obiettivo dell'autore sia quello di stupire a tutti i costi. Anche il divertimento inteso come ilarità e personaggi divertenti io sinceramente non l'ho trovato. Ripeto: deludente.
...ContinuaIl giorno in cui imparerò a non fidarmi di chi mi consiglia qualcosa che "mi piacerà sicuramente" perchè è piaciuto a loro sarà sempre troppo tardi e per allora mi sarò martellata le gonadi più e più volte dietro a libri che davvero non rispecchiano i miei gusti, il tipo di umorismo che apprezzo e i miei interessi e quindi si risolvono, nonostante la brevità, in una lenta e inesorabile agonia. Ma, ehi, perchè predersi la briga di mettersi nei panni dell'altro e almeno provare a consigliare qualcosa che effettivamente possa apprezzare invece che ritenere che solo perchè una cosa è piaciuta a loro allora sia da considerarsi un capolavoro letterario universale?
Pigrizia, nient'altro che pigrizia.
Nello specifico, qui è sembrata una grande idea consigliarmi il primo libro della saga di Mondo disco, un libro che (spulciando online tra le altrui recensioni) ho visto mediamente meno apprezzato persino dai fan rispetto a volumi successivi, e che come se non bastasse non ha un finale (è una sorta di storia in due parti) quando per me i finali netti valgono 3/4 dell'apprezzamento, e prende in giro con un'ironia che vira verso il nonsense (un po' alla Douglas Adams, ma credo che Adams lo faccia in maniera più elegante, da quel poco che ho letto - poco, perchè non apprezzo quel tipo di umorismo) i cliché del fantasy classico, di cui io non è che sia chissà che fan. Preferisco il piglio "asettico" del dizionario di Diana Wynne Jones in "A guide to Fantasyland", se proprio devo addentrarmi nei clichè di genere.
Pratchett gioca con un genere, il fantasy, in cui l'immondizia fatta con lo stampino abbonda, in genere relegato a trash per ragazzini (anche se certi lavori, e lo ammetto io pure, avrebbero bisogno di maggiore riconoscimento da parte della critica), e che si regge giocoforza su certi clichè che qui l'autore ridicolizza, e sono certa che se apprezzassi quel tipo di umorismo che non è che ti faccia sbellicare dal ridere quanto piuttosto sorridere nel cogliere questi rimandi o fossi stata più addentro al genere le stelline sarebbero state tranquillamente 4.
Lo stile è scorrevole, la carne al fuoco non manca e la costruzione dell'ambientazione di Mondo Disco è decisamente intrigante. Però credo che Pratchett non sia decisamente un autore nelle mie corde, non me ne vogliano i fan.
...Continuaqualche simpatico sprazzo e qualche dialogo brillante che riescono a strappare la risata singola non bastano a reggere il peso della storia, che di per sè potrebbe anche sostenersi da sola, non fosse per la tecnica narrativa che presenta continue divagazioni e eccessiva ricerca dell'effetto comico (fallendo più di una volta) a scapito della trama.
...ContinuaCome sempre tante trovate, ma qualche volta la troppa fantasia va a scapito della trama.