Non so se sia una questione di traduzione, ma questi gialli nordici mi lasciano molto fredda. Il distacco dei personaggi si riflette sul lettore. Qui l'investigatrice è un personaggio interessante, ma certamente non coinvolgente.
Primo caso per Ann Lindell, poliziotta dell'Anticrimine di Uppsala, nel primo giallo dello scrittore svedese K. Eriksson.
Una donna e la figlia di 6 anni vengono travolte e uccise da una macchina mentre si stanno recando al Cimitero.
Fin da subito si intuisce che non è un incidente: viene sospettato il marito che si scopre avere un amante. Verrà però a sua volta trovato morto all'interno della sua auto non lontano da casa, si sospetta perciò che si sia suicidato.
Egli era socio di una ditta farmaceutica che dal proseguire delle indagini emerge non essere così solida come sembrava, ditta che aveva anche una filiale in Spagna: quindi bisogna ampliare le indagini su parecchi fronti.
Interessante anche il dipanarsi della storia privata della protagonista che si trova, durante le indagini, ad una svolta molto importante della sua vita: viviamo con lei le sue riflessioni e le sue incertezze sulle scelte che sarà costretta a fare.
Si legge bene ed è molto scorrevole, non è certo uno di quei libri che ti rimarranno impressi per sempre, ma mi è piaciuta la storia e soprattutto l'introspezione che viene data ai personaggi principali.
Qui siamo in presenza di due libri in uno. Il primo è un poliziesco dall'avvio bruciante quanto inspiegabile, risolto con pazienza investigativa e caparbietà, contro ogni fuorviante apparenza ed ogni architettato depistaggio.
Il secondo è la storia intimistica di una donna poliziotto e della sua ricerca personale di un difficile equilibrio tra affetti e lavoro, tra realizzazione personale nella professione ed appagamento del bisogno di appartenenza e di calore familiare.
"Entrambi" i racconti si leggono piacevolmente anche se non mi sono senbrati speciali.
Vengono confermati due elementi molto frequenti nei gialli di autori svedesi: la critica alla società contemporanea, violenta e disumanizzante nelle sue logiche di potere economico e politico, ed una vena di malinconia, che avvolge le storie personali di personaggi, poliziotti e criminali senza distinzione.
Acquistato, per errore, e riletto.
L'ho scelto dallo scaffale preferendolo ad altri titoli, che certamente non avevo letto al contrario di questo, il che deve pur significare qualcosa: ad esempio che questa trama deve "agganciarmi" in modo particolare. E poi, nel corso della lettura, qualche stanco neurone ha cominciato a ricordare... ma non abbastanza per rovinare la suspance.
E dopo quattro anni confermo pienamente il giudizio precedente: davvero un bel giallo.
Non basta essere svedesi per scrivere un bel giallo.
A parte un errore di traduzione e editing così marchiano nella prima pagina, che mi ha tentato a lanciare il libro contro il muro, è scritto a frasi brevi, stile che odio con tutto il cuore. Mi ricorda un noto cronista del resto del carlino edizione forlì.
Insopportabile.
Fatene a meno, tranquillamente.