Con questo racconto l'autrice ancora una volta parla dell'Armenia, dello sterminio del suo popolo e di quanto sia importante conservarne la memoria. In questo caso si tratta di salvare il Libro, quel Libro che rappresenta una testimonianza preziosa di una cultura millenaria. L'autrice con la sua storia rende palpabile la paura, il terrore, la disperazione dei protagonisti circondati solo da distruzione, da case vuote diventate tombe, ma con grande coraggio vanno avanti perché salvare quel Libro significa salvare il loro passato, quel Libro è la loro memoria. Leggere questo e gli altri lavori di A. Arslan è importante per ricordare questo genocidio spesso dimenticato.
...ContinuaI libri di Antonia Arslan raccontano dell'Armenia, del suo popolo, della sua storia spesso dimenticata.
Il libro di Mush è un poco più di un racconto asciutto e breve che mantiene il sapore di una storia raccontata a voce, una tradizione orale orgoglio di un popolo umiliato.
E' un passaggio di testimone per le generazioni future, perchè gli orrori della storia e degli uomini non vengano dimenticati.
Strettamente legato all'odissea di cinque sopravvissuti alle stragi della terza armata ottomana, c'è un oggetto... l'Omiliario di Mush.
Spesso mi chiedo cosa determini la preziosità di un oggetto.
Il valore intrinseco è una scala di misura, ma non ha niente a che vedere con la 'preziosità'.
Ho sempre pensato che gli oggetti più preziosi siano quelli che sono appartenuti ad una persona,
hanno fatto parte della sua vita e poi... vengono donati con gioia o vengono custoditi dal qualcun altro.
Io sono convinta che questi oggetti, anche piccole cose di scarso valore, fogli, fotografie, libretti, piccoli giochi e così via, si carichino in qualche modo della vita della persona che li dona, della sua storia, dei suoi ricordi e questa bellezza passi, si trasmetta ad altri...
in qualche modo si amplifichi.
Questi sono gli oggetti preziosi, tutto il resto, di valore o meno, sono 'cose' che vengono usate, che servono... e che possono anche rendere schiavi.
Il Libro di Mush è il più grande manoscritto armeno esistente, è di valore ed è prezioso, talmente prezioso da essere protetto a costo del sacrificio della proprio vita.
Dentro questo enorme libro del 1200, pesante più di 30 kg, oltre ai disegni, intarsi ed immagini sacre, frutto di anni di lavoro dei monaci, si racchiude la vita spezzata del popolo armeno.
Sulle spalle di due donne sopravvissute non c'è caricato solo il peso del libro ma ci sono le preghiere, la fede, i pensieri, l'anima di persone che sono state considerate un nulla e spazzate via.
Portare in salvo quel libro a qualsiasi costo, passando attraverso stragi, morte, dolore, diventa l'obbiettivo principale per i superstiti, per chi ha perso anche la dignità di essere umano, perchè preservare quell'oggetto significa anche continuare a rendere visibile la cultura e le tradizioni millenarie di un intero popolo
... e un po' meno vana la morte migliaia di innocenti.
I racconti che viaggiano di bocca in bocca,
l'odissea dei superstiti,
un oggetto che diventa più prezioso della una vita umana perchè rappresenta tante vite,
l'anima di un popolo,
tutto questo in un breve racconto...
... per non dimenticare.
L' " Omiliario di Mush " è tra i manoscritti più grandi del mondo : 661 fogli, 32 chili di peso, 75 cm x 60 cm. le dimensioni. Fu compilato tra il 1200 e il 1202 nel cuore dell'Anatolia, contiene omelie, meditazioni, delicatissime e raffinate decorazioni racchiuse in una copertina bellissima.
Io l'ho visto! Si trova in una sala della biblioteca del Matenadaran di Yerevan, in Armenia.
E' un libro grandioso, la cui stesura venne commissionata da un ricco mercante, e dopo la sua morte durante l'invasione mongola, passò in mani diverse finchè venne, dopo la raccolta per un anno per raggiungere la somma necessaria, acquistato dai monaci dei Santi Apostoli.
Nel libro della Arslan, storia vera e fantasia s'intrecciano : nel 1915, durante il genocidio armeno, il libro fu ritrovato tra i resti del Monastero dei Santi Apostoli nella valle di Mush, dato alle fiamme dopo il barbaro assassinio dei monaci. Cinque sopravvissuti alla strage, mentre scappano dal loro paese devastato, trovano rifugio temporaneo presso il monastero e lì scopriranno il libro dei sermoni, nascosto tra a paglia del pollaio...n monaco era riuscito a nasconderlo prima di essere ucciso.
Il piccolo gruppo deciderà di salvarlo, taglieranno in due il prezioso manoscritto per dividerne il peso e le due donne armene del gruppo se lo caricheranno sulle spalle, riuscendo a valicare il Caucaso. Salvare il libro diventerà la loro missione, il riscatto all'orrore subito, la forza per andare avanti.
Hanno perso tutto, le violenze sono nei loro occhi, l'anima è devastata, il prezioso ritrovamento sarà l'inizio della nuova vita.
"..il libro verrà con noi, lo porteremo a turno. Ma prima di tutto giuriamo che lo difenderemo con la vita da ogni insulto e profanazione.."
Ho adorato questo breve romanzo, mi sono commossa spesso, ho ritrovato nei personaggi lo sguardo dolce e fiero degli armeni, ho riconosciuto nelle descrizioni, il fascino della terra.
Ancora una volta ritengo il mio viaggio nel paese delle " pietre urlanti" , come lo ha definito il poeta russo Osip Mandelstam , qualcosa di speciale, una ricongiunzione all'essenza delle cose, una necessaria pausa di meditazione alla frenesia del quotidiano.
Visitare questo paese significa entrare con il massimo rispetto.
Antonia Arslan - Il Libro di Mush -Bisogna rammentare che sino a oggi soltanto venti paesi tra i quali l'Italia, hanno riconosciuto
il genocidio armeno e che il governo turco a tutt'oggi rifiuta di riconoscerlo.
Il racconto breve e intenso sembra quasi una fiaba, riguarda il ritrovamento e il salvataggio de l’Omilario di Mush, il più grande dei testi armeni,un prezioso manoscritto miniato del medioevo,pesante quasi 28 chili,
di dimensioni di 1 metro per 50cm, custodito nel monastero dei Santi Apostoli per sette secoli, dove nel 1915 ha rischiato di andare distrutto per l’odio e la furia devastatrice dei turchi.
La Arslan descrive come un cantastorie, la forza e delle donne armene, che private di tutti gli affetti riuscirono a preservare la cultura e la memoria armena contenuta in questo libro, riuscendo a tramandarle
alle generazioni future e mantenendo così viva l'identità di un popolo.
"Credo che ai ragazzi dobbiamo insegnare che in ognuno di noi c’è il germe del male e la possibilità del bene." (queste sono parole dell'autrice)
Spetta a noi il compito di scegliere e di restare o meno
in ascolto delle alle voci degli innocenti che continuano a levarsi, ogni giorno in più parti del mondo.
Questo è un libro che insegna che non c'è stato solo il genocidio ebraico,
ma la stessa crudeltà è riscontrabile purtroppo in molte altre situazioni (Armenia, Rwanda Burundi,Cina,
Sudan, Messico, Ex Yugoslavia... ).
L'epopea e lo struggente coraggio del popolo armeno rivivono, in questo breve racconto, attorno al salvataggio di un'opera d'arte, simbolo di vita, di cultura, di memoria, coacervo di valori irrinunciabili. La superba penna dell'autrice, raffinata e profonda, lieve e toccante senza indulgere in facili, effimeri sentimentalismi, si riconferma, ancora una volta, all'altezza delle più esigenti aspettative.
...Continua