14 una traduzione superba delle novelle capolavori forse più per adulti che per bambini
Forse perché le prime due storie facevano parte di una raccolta che mi leggeva da piccola mia nonna, pensavo si trattasse di un libro (anche) per bambini. In realtà non è così, o per lo meno, tolte appunto le prime due storie (Il principe felice e Il gigante egoista), le restanti sono troppo ciniche, o amare, o complesse, per un bambino. O forse sottovaluto io i bambini? Ad un bambino ad esempio Il figlio delle stelle lo leggerei, ma senza l'ultima frase. La aggiungerei quando è un po' più grandicello.
C'è da dire che si trovano anche tanti sani insegnamenti in queste storie: il valore dell'amicizia, il senso di giustizia, la carità, la generosità...ma le storie sono molto articolate, molto dettagliate, e mi sembrano più adatte a un adulto per essere apprezzate pienamente.
Le mie preferite sono comunque Il gigante egoista (che mi ricorda la mia infanzia) e Il compleanno dell'infanta (dal finale spiazzante).
Fiaba 2: Il Principe Felice
3 maggio 2018 ~ ilbuonvecchiolibro
Il 12 aprile 2018 è uscito in tutte le sale di Italia il film “Il Principe Felice” regista ed attore protagonista, nei panni di Oscar Wilde, Rupert Everett, altri attori Colin Firth, Edwin Thomas, Colin Morgan, Emily Watson.
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LONDON, ENGLAND - JANUARY 14: Colin Firth attends the World Premiere of "Kingsman: The Secret Service" at Odeon Leicester Square on January 14, 2015 in London, England. (Photo by Anthony Harvey/Getty Images)
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Il film “The Happy Price- L’ultimo ritratto di Oscar Wilde” inizia con raccontare la vita del famoso scrittore dalla sua scarcerazione fino alla sua morte.
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“Il Principe Felice” è una delle fiabe che Oscar Wilde ha scritto dedicate ai figli, pubblicata nel 1888….
Quando ho letto per la prima volta questa meravigliosa fiaba ero molto piccola, sono trascorsi più di 40 anni, era in vecchio libro di scuola di mio padre che amavo sfogliare, e non conoscevo Oscar Wilde…per me era un altro scrittore di fiabe per bambini…
Adoro questa fiaba e l’ho raccontata tantissime volte….
Più avanti negli anni ho letto anche “Il ritratto di Dorian Grey” e gli “Aforismi”.
“Il Principe Felice” una fiaba raccontata con uno stile talmente semplice, lineare, senza però rinunciare alla bellezza delle parole, nello stesso tempo riesce a colpire nel profondo e spiegare i sentimenti più complessi.
“Il Principe Felice” è una fiaba, adatta per la lettura dei bambini, ma si rivela anche una fiaba per gli adulti, ironica, con una sottile critica sociale, la condanna dell’egoismo umano e delle apparenze.
“Il Principe Felice”, la storia di una statua di un principe che avendo vissuto chiuso in un palazzo non ha mai conosciuto la sofferenza, finché diventato monumento si ritrova partecipe di tutta il dolore umano, dalla fama alla gogna pubblica, dalla vita sfarzosa al declino…
«E ora che sono morto mi hanno messo quassù, così in alto, che posso vedere tutte le brutture e le miserie della mia città. E benché abbia il cuore fatto di piombo, non posso fare a meno di piangere.»
La città dove si svolge la storia, potrebbe essere una qualsiasi città, in una qualsiasi epoca, è quasi inverno e arriva in questo luogo una rondine diretta in Egitto, per fuggire all’inverno incombente.
“Alta sopra la città, su una lunga, esile colonna, sporgeva la statua del Principe Felice. Era tutto dorato di sottili foglie d’oro fino, i suoi occhi erano due lucenti zaffiri, e un grande rubino rosso luccicava sull’elsa della sua spada. Tutti lo ammiravano. “È bello come una bandierina mossa dal vento,” osservò un giorno uno degli assessori di città che ambiva farsi una reputazione d’uomo di gusto “però è meno utile”, si affrettò a soggiungere, per timore che la gente lo giudicasse privo di senso pratico, il che non era affatto vero.”
La rondine per passare la notte, si va a riparare sotto la statua dorata di un principe….
“Volò tutto il giorno, e a sera giunse alla città. ‘ Dove alloggerò? ‘ si disse. ‘ Spero mi abbiano preparato dei festeggiamenti. ‘ Ma poi notò la statua sull’alta colonna. “Andrò ad abitare lì”, esclamò. “La posizione è bellissima, e ci si deve respirare dell’ottima aria fresca”. Così si posò proprio tra i piedi del Principe Felice. “Ho una camera da letto tutta d’oro”… “
I due si raccontano la loro storia, la rondine dice di come si è separata dalle sue compagne e attardata, perché si era innamorata di un giunco e gli voleva rimanere accanto, ma essendosi accorta del suo egoismo l’aveva lasciato.
Il principe invece, racconta che lui pensava di essere stato felice, perché aveva vissuto in una gabbia dorata senza sapere della sofferenza del suo popolo, e aveva scambiato il piacere per la felicità, ma ora non lo era più, perché vedeva intorno a sé tanto dolore.
“Gli occhi del Principe Felice erano gonfi di lacrime, e lacrime rigavano le sue guance dorate. Il suo viso era così bello sotto la luce della luna che il piccolo Rondinotto si sentì invadere da una profonda pietà. “Chi sei?” chiese. “Sono il Principe Felice”. “Perché piangi, allora? Mi hai inzuppato tutto”…..”
Il principe riesce a convincere la rondine a rimanere una notte, perché portasse il rubino che gli incastonava la spada, a una povera madre che non riusciva a sfamare il figlio.
Così la rondine lo accontenta, ma gli ricorda che lei deve andarsene prima che inizi a nevicare.
Ma la notte successiva, il principe convince nuovamente l’animale a non partire e a portare uno degli zaffiri che erano i suoi occhi, ad un giovane che aveva freddo e fame.
La notte successiva si ripete la stessa cosa con l’altro zaffiro, e la rondinella decide di non partire più, perché senza gli zaffiri che erano gli occhi del principe, lui è rimasto cieco.
La rondine, ora è i suoi occhi e gli racconta tutta la miseria dei ragazzini vagabondi, che vede nelle strade……
“Caro Principe, debbo lasciarti, ma non ti dimenticherò mai, e la prossima primavera ti porterò due gemme bellissime, al posto di quelle che tu hai regalate. Il rubino sarà più rosso diuna rosa rossa, e lo zaffiro sarà azzurro come il vasto mare”…”
Il principe e la rondine sono delineati come degli esseri umani, hanno sentimenti, s’innamorano, soffrono, aiutano gli abitanti della città, mentre gli uomini sono ciechi, non nella vista, ma nel cuore.
Non vedono, non si rendono conto del sacrificio del principe e della rondine, l’unica cosa che veramente gli interessa e di essere immortalati in una scultura, solo per la loro vanità e non per veri meriti.
Non voglio raccontarvi come finisce questa fiaba, merita di essere letta…
Oscar Wilde mette in evidenza il sacrificio per aiutare gli altri, un animale più umano degli stessi uomini, Wilde fa emergere più ricchi di sentimento gli animali, o gli oggetti inanimati, come la statua del principe, che gli uomini in carne e ossa, impegnati a guardare solo la materialità delle cose, senza sforzarsi di scoprirne il significato più nascosto e sincero.
“Il Principe Felice” è una fiaba ma ha una morale come nelle più belle favole, la vera felicità è far felice gli altri, l’altruismo e l’onestà vengono sempre premiati.
La fiaba è molto bella ed è ricca di ottimismo e di speranza, vediamo aspetti contrastanti, la ricchezza e la miseria.
Il lavoro svolto dalla rondine e la generosità del principe sono una specie di ribellione verso le ingiustizie sociali che, però non riescono a risollevarsi, resta comunque il messaggio di amore e altruismo che l’uomo di qualsiasi società e classe sociale non dovrebbero mai perdere.
“Ogni fiaba ha la sua morale. Le fiabe basta solo ascoltarle e capirne il significato.
A volte e difficile comprenderle ma con un po’ di intuito si arriva a capirle e a fare così delle loro morali un insegnamento per la vita.
(Il bosco incantato: l’incontro con le fiabe)”
“Il Principe Felice” è anche una strana storia d’amore tra la statua e la rondinella, una storia d’amore diversa…l’amore ha tante forme…
“Sei rimasto qui anche troppo tempo, ma tu devi baciarmi sulle labbra, perché io ti amo”.
Il libro di questa meravigliosa fiaba in realtà contiene altre fiabe, “Il Principe felice e altri racconti“, fiabe piene di sentimenti che raccontano la realtà così come la vedeva Wilde nel 1888 ma che è una realtà anche oggi nel 2018…ben 130 anni dopo…
Con queste fiabe, Wilde, raccontava ai suoi figli qualcosa di più che storie di principi, giganti e usignoli, soffermandosi piuttosto sulla vita e sul modo giusto di viverla.
Nel farlo poneva in esse tanta tenerezza da renderle indimenticabili.
Si tratta di fiabe senza età….
Tutte le fiabe hanno molteplici riferimenti alla fede, ai suoi principi, gli argomenti trattati sono importanti, come l’amicizia, l’amore e il rispetto per il prossimo; le morali sottostanti risultano incisive e Wilde voleva insegnare ai propri figli, e ai lettori, a “vivere in modo più altruistico e empatico”.
Molti dei personaggi sono egoisti, ottusi e antipatici, i loro comportamenti così scorretti e maleducati servono al lettore per comprendere meglio i messaggi che Oscar Wilde voleva trasmettere….
“La sofferenza è nulla quando c’è l’amore…l’amore è tutto!”
Oscar Wilde
Contiene:
IL PRINCIPE FELICE
- Il Principe Felice: 4*;
- Il Gigante Egoista: 4-*;
- L'Amico Devoto: 3*;
- Il Ragguardevole Razzo: 3+*;
- L'Usignolo e la Rosa: 4*.
UNA CASA DI MELOGRANI
- Il Giovane Re: 3+*;
- Il Compleanno dell'Infanta: 3 e ½*;
- Il Figlio delle Stelle: 3*;
- Il Pescatore e la sua Anima: 2 e ½*.
Una morale unisce tutte, o quasi, queste fiabe: il sacrificio e la rinuncia non portano a nulla, non pagano. I protagonisti gettano le braccia al collo del Sacrificio, si immolano per Amore, ma vengono ripagati con l'indifferenza e l'ingratitudine. Una morale, va da sé, profondamente wildiana.
IL PRINCIPE FELICE (5/5)
Riaccende una scintilla di speranza, in questo mondo dove non c'è Mistero grande come la Miseria.
L'USIGNOLO E LA ROSA (5/5)
Così struggente nel dipingere l'illusione dell'amore, e così maledettamente crudo nel denudarla a colpi di realtà.
IL GIGANTE EGOISTA (4/5)
Si sa, il muro protegge e al contempo isola.
L'AMICO DEVOTO (4/5)
Ahimè, il mondo è colmo di "amici devoti". Devoti parassiti, beninteso, compagni fedeli al pari di un usuraio.
IL RAGGUARDEVO RAZZO (3/5)
Quanti razzi pieni di sé, dunque vuoti, si vedono in giro. Ignorarli, sempre.
IL GIOVANE RE (3/5)
Troppo sapore di santità per chi, come me, ha le papille gustative di un miscredente.
IL COMPLEANNO DELL'INFANTA (4/5)
La tragedia di un'anima sensibile e gentile, imprigionata in un corpo deforme, destinata a spegnersi di fronte alla gelida superficialità di una graziosa fanciulla.
IL PESCATORE E LA SUA ANIMA (3/5)
Per amore, rifuggire ogni sciocca imposizione religiosa e sociale, arrivando persino a ripudiare la propria anima. Così dev'essere, perché è il corpo, il cuore, la sede di ogni positivo sentimento: la sola anima, senza il corpo, senza il cuore, è solo un'inutile ombra perduta.
IL FIGLIO DELLE STELLE (3/5)
Perché a ciascuno di noi tocca il mondo che si è fatto per sé. O, quantomeno, così dovrebbe essere.