Davvero buona l'idea di Feltrinelli di pubblicare "Il richiamo della foresta" assieme ad altri due gioielli come "Batard" e "Preparare un fuoco", affidando il tutto a Davide Sapienza, in questo momento forse la persona più adatta a tradurre e a curare le opere di Jack London. Il volume, tra l'altro davvero economico, oltre a essere ben tradotto, ha un apparato di note talvolta chiarificatrici, e si presenta come una lettura imprescindibile per gli amanti dell'autore e della narrativa a stelle e strisce in generale.
"Il richiamo della foresta" dev'essere finalmente ripulito dalla patina di libro per ragazzi. Cosa che in effetti è, ma come ogni grande volume per ragazzi, sa essere ancor più efficace e spietato con chi ragazzo non è più. E quindi dovrebbe essere letto ad ogni età. Soprattutto per ricordarci che nella prosa di London vivono già autori come Hemingway e McCarthy, tanto per dirne due che sicuramente l'avranno letto e riletto a più riprese.
Potrei anche sbagliarmi, ma ne sono quasi sicuro.
L’edizione Feltrinelli, tradotta e curata da Davide Sapienza (che esagera con le troppo frequenti note al testo, non sempre fondamentali), ha la peculiarità di riunire Il richiamo della foresta a due meravigliosi racconti: Bâtard, ma soprattutto l’eccezionale Preparare un fuoco.
L’unione rafforza il clima (sub)artico del Klondike, dove i cercatori d’oro affrontano la Natura spesso arroganti e impreparati; avremo quindi il cane Buck che ne Il richiamo della foresta deve inselvatichirsi per sopravvivere, rischiando poi la vita a causa degli uomini; troviamo il riflesso oscuro della relazione tra Buck e l’uomo nel perverso rapporto che lega il cane Bâtard al suo crudele padrone. Il terzo cane, stavolta anonimo testimone, lo incontriamo lungo il cammino mortifero di un uomo che va trasformandosi in spettro nel freddo alieno dello Yukon, nel perfetto racconto conclusivo Preparare un fuoco, dove la Natura è nemica e il destino beffardo.
Letteratura di frontiera e di grandi spazi.
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