Un classico bestseller banalotto. Scorre, va, finisce, non te ne accorgi. La prima parte promette bene, poi tenta di parlare del niente, della vita che appunto spesso niente è se non avvenimenti che si incatenano l'uno all'altro e alla nostra memoria (a volte labile) e poi si perde. Perché scrivere del niente è molto difficile. Ha alcune riflessioni interessanti sulla memoria, e penso possa essere per questo riducibile alla ricerca delle frasi più d'effetto all'interno del libro. Basta, non c'è molto altro. Alla fine comunque vince l'amore. Come sempre. Yeah...
...ContinuaChiudo gli occhi e mi dirigo verso un meleto. Aspiro energicamente dalle narici l’aria attorno a me e percepisco la forte fragranza dei frutti appena maturi. Allungo una mano per prenderne uno e lucidarlo sui pantaloni. Lo mordo e mi lascio invadere dal gusto penetrante e intenso. Un seme si è staccato dal torsolo e vaga insicuro sotto i miei denti. Con un piccolo colpetto lo schiaccio e mi sembra di cogliere il gusto di marzapane…
Poi mi accorgo di viaggiare con la fantasia. Mi sono spinto fino al fulcro di questo libro. Fin nel suo ventre, nel suo essere. Fino all’istante che darà inizio a tutto, pur partendo con la storia da molto tempo prima. Un inizio che si trova alla fine. Un metodo narrativo vincente che, se inesistente, avrebbe tolto davvero molto alla trama.
Questo volume parla della vita. Di niente, di tutto. Dei giorni che si susseguono piatti o degli eventi che si rimescolano in un frenetico caos. Dei sorrisi o dei rimpianti. Delle domande o delle certezze. Racconta le donne, il loro animo. Ma soprattutto… sussurra ricordi e dimenticanze.
Il sapore dei semi di mela è un’amaca tranquilla ove poggiare il pensiero e lasciarlo riposare dondolando. Niente storie avvincenti, niente particolari colpi di scena, niente misteri da nascondere gelosamente. Certo è che vi si celano segreti. Morbidi come la pelle di una donna o pungenti come quella di un fico d’india.
Dell’autrice mi è piaciuto il modo di scrivere. Senza grinze, sognante, affettuoso. Colpisce particolarmente l’abilità nella descrizione di oggetti, luoghi e odori. È capace di rapire il lettore e portarlo esattamente dove desidera, permettendogli di percepire esattamente ciò che vuole venga percepito. Forse è stato questo a farmi apprezzare maggiormente il libro. Sì: concederle di stringermi la mano e di portarmi con lei in una favola speziata con sentimenti ed emozioni, che si fa fiero e degno manifesto della forza delle donne.
In attesa di trovare la voglia di continuare la lettura, ho abbandonato questo libro giunta praticamente a metà. Non è da me lasciare in sospeso una lettura ma davvero, non riesco a continuare. Ci sono troppe digressioni sconnesse, troppi personaggi piazzati nella storia con un fare vago che non cattura. Non c'è un fulcro dominante, è tutto in un certo senso "evanescente". Capisco che si parla di ricordi, di una famiglia numerosa..però c'è qualcosa nel modo di raccontare che fa perdere il lettore nella superficialità. Fin da subito mi è parso impossibile immergermi nella storia e questo raramente mi succede. Questa è, chiaramente, la mia opinione personale.
...Continua