Sicuramente diverso dagli altri romanzi di Farinetti, dove prevale ironia e thriller, qui prevale la narrazione delle storie di personaggi che si intersecano e disegnano la storia di una regione e la storia universale di un periodo e di una cultura, quella contadina, che si sta spegnendo e passando alla cultura industriale, coi suoi danni e veleni.
Una saga familiare, guidata da una donna, che tiene ben salde le fila della propria famiglia, custodisce gelosamente fino alla fine il "segreto" che il lettore scorgerà solo verso la fine del romanzo. Una famiglia tradizionale e straordinariamente moderna, con annessioni, adozioni, ma dove prevale l'amore semplice profondo e schietto. Riletto con infinito piacere e commozione. Peccato non si trovi più in distribuzione!!!
...ContinuaIl segreto è talmente segreto che si scopre la sua esistenza solo verso la fine. E come tutti i segreti che non si scoprono in tempi brevi, con il passare del tempo vengono dimenticati.
Ci sta la vita di una famiglia rurale, dalla trisavola francese, ai bisnonni, i nonni, fino alle tre sorelle, nate intorno agli anni venti, una sola sposata, con un figlio ed un marito che non lavora la campagna ma nell’ACNA di Cengio. Le altre sorelle l’hanno avuto un innamorato, ma entrambi sono morti: uno in Grecia, l’altro l’hanno fucilato i tedeschi.
In casa lo zio Spirito, scapolo, ed il ragazzo, l’unico erede, Giovanni, bellissimo e scapolo anche lui. Vicini di casa due gemelli, orfani e anche loro senza moglie.
Piccole storie, liti famigliari per la terra, la fine della nobile famiglia Frey, grandi feudatari rimasti con sempre meno terra e sempre meno soldi, la sorella più piccola che studia e fa la maestra al piano per poi rientrare, le acque del Bormida inquinate dalla fabbrica, il padre di Giovanni ucciso (come moltissimi, per davvero) dai veleni della fabbrica, le stranezze di zia Madrina. E Giovanni che le chiama mamma tutte e tre, riempiendo la vita anche delle due zie senza marito.
E’ un racconto di vita contadina, in un piccolo casale sui monti, tra fieno e vigneti, con la scrittura fluida di Farinetti, che, per un poco, ha lasciato perdere i suoi “gialli”. Anche se tutti i suoi romanzi, grazie alla presenza più o meno accentuata di personaggi ricorrenti, sono parte di una solo racconto, che va da Torino alle Langhe (sì, ci sono dei tradimenti: Venezia, Vulcano, un po’ di Costa Azzurra, ma sembra di essere sempre in Piemonte).
Ha avuto meno successo degli altri, perché si sa, se no i xe mati, no li volemo (scusate il mio richiamo veneto alla commedia di Gino Rocca), volevo dire se non ci son morti, non li vogliamo.
...ContinuaUn po’ delusa. La storia e’ piu’ un calderone dove dentro ci va a finire tutto: le langhe, la liguria, i personaggi degli altri libri, uno stupro di guerra, i marchesi, e piccolissimo episodio omo-incesto-psicologico-sessuale.
No. Non ci siamo.
E comunque non ci siamo perche’ ha scritto romanzi molto piu’ belli. Sembra un’opera prima ecco, e invece a quanto ne so e’ l’ultimo di quest’anno.
narrazione semplice e malinconica, bella proprio per questo .. è così che immagino le langhe.