(…) “Glielo mise accanto. ‘E’ qui disse’ e fece in modo che una zampa toccasse il bambino, perché quello era il senso dell’elefante e di ognuno di loro, padri: la devozione verso tutti i figli.”(…)
A metà libro si incontra questa frase… Ed è questa frase a dare il senso a tutto.. L’amore di un padre per i propri figli, di tutti i padri per tutti i figli…
Una storia forte… molto forte.. con dentro tante storie.. Ognuna con il proprio carico di dolore… storie di vita e storie di morte che si intrecciano continuamente.
Missiroli ci fa riflettere su diverse tematiche molto spesso al limite dell’etica e della morale (ma in realtà chi decide cosa è etico e morale? Qual è il limite? Chi decide e secondo quale criterio che si è superato?). Tematiche importanti come il rapporto con la fede, l'amore, il tradimento, l’eutanasia, e al centro sempre e soprattutto l’amore e la devozione dei genitori per i figli.
Non aggiungo altro.
E’ un libro che resta dentro con una forza devastante..
Io personalmente l’ho letto con una lentezza inspiegabile.. Da una parte travolta dalla storia ho divorato le pagine una dietro l’altra, dall’altra non riuscivo ad andare avanti.. troppo forte.. troppo doloroso… e ho sentito il bisogno di prendere delle pause, per lasciarlo scorrere via.
Ho letto consecutivamente prima Il buio addosso e adesso questo. Missiroli con il suo tono asciutto, le sue frasi essenziali e d’effetto, si è saputo destreggiare con grande maestria nel passare dal punto di vista psicologico più femminile del primo, a quello quasi del tutto maschile di quest’ultimo libro. E forse solo per una questione di identificazione personale, che ho sentito più “mio” Il buio addosso.
Questo però, forse anche grazie al finale, riconosco che mi si è “attaccato” alla pelle….
Il finale infatti è struggente, e non te lo aspetti… e tu resti lì e dici “noooo”… Ti domandi alla fine se esiste davvero un limite (etico e morale appunto) da non valicare, e se si se è giusto superarlo, quando si tratta di difendere le persone che amiamo…
La devozione per tutti i figli al di là dei legami di sangue : denso ed interessante tema su cui scrivere.. Questo romanzo peró manca completamente di calore e di senso. Sconnesso, noioso inutile. Si salva qualche pagina
La devozione verso tutti i figli, al di là dei legami di sangue: questo è il senso dell’elefante ed è proprio su questo concetto che si basa il romanzo; Missiroli non ha mai perso di vista l’obiettivo, mostrandoci di che cosa può essere capace l’essere umano per proteggere le persone amate.
È una storia dolorosa e piena d’amore, una storia di vita, ma anche di morte. Parlo non solo di morte fisica, ma anche di quella spirituale, la morte di quello che si è stati per dare il benvenuto a un’altra parte di sè stessi, quella che, probabilmente, si era destinati a essere fin dall’inizio. Oppure la morte che dona la pace, per liberare finalmente un’anima intrappolata in un corpo che non è più il nostro, perché a volte, anche se si respira ancora, proprio vita non la si può chiamare.
Ho letto molte recensioni dei lettori su questo libro e tante sostenevano quanto fosse noioso, poco chiaro, dispersivo e irrealistico. Io sono in totale disaccordo; se avessi avuto più tempo l’avrei letto in un giorno e mezzo, ti risucchia nel vortice degli eventi per sputarti nella realtà sfatto e col cuore sanguinante (non ero preparata a una tristezza di tale portata). I personaggi sono ben costruiti, soprattutto Pietro e l’avvocato Poppi. Personaggi che scelgono coerentemente al loro vissuto, alle loro mancanze, ai loro rimorsi e ai loro rimpianti. Posso dire di aggiungere un’altra perla alle mie letture.
Se con "Atti osceni in luogo privato" e "Senza coda" Missiroli mi aveva convinto, con questo romanzo non raggiunge lo stesso obiettivo. Troppi casi umani, forse, troppo surreale, troppi stereotipi, non so. I temi affrontati sono troppo forti per la storia che si ha di fronte, ecco, una cosa così.
...Continua