Da tanto non leggevo niente di Calvino. Dai tempi del liceo. Non ricordo niente del contesto né del significato di questi libri. Quindi lo leggo da ignorante.
Ho trovato una storia che non cerca di portarmi verso una moraletta preconfezionata o vero una qualche profonda riflessione ma comunque imbeccata dall'autore.
Ho trovato una storia evidentemente metaforica ma il cui significato (a prescindere da quanto poi chiarito dall'autore) può nascere dall'interazione del lettore con il testo.
In pratica il risultato ultimo di una vera opera d'arte.
Il giudizio non può essere che positivo ma non sono qui per giudicare. Non metto tante stelle perché personalmente sono mosso di più da altri testi ma sono comunque felice di avere incontrato questo libro sulla mia strada e sicuramente continuerò con gli altri due di questa "trilogia2
Ho ignorato Calvino per anni. Anzi, l'ho volutamente rimosso dalla lista dei possibili autori da leggere, e tutto questo a causa del liceo. Fortunatamente l'ho (ri)scoperto qualche mese fa quando, durante il lockdown, mi sono ritrovata con molto tempo libero e poco da fare. Ed è così che Calvino ha iniziato a “corteggiarmi”, a stuzzicarmi: ho letto Il sentiero dei nidi di ragno un capitolo a sera, per cercare di capire dove fosse il “genio”, per assaporare la scrittura al meglio... Con Il visconte dimezzato non è stato così: l'ho finito in poche ore e ne ho apprezzato ogni singola pagina.
In breve: è la cronaca del ritorno a Terralba del visconte Medardo dopo essere stato dimezzato da una palla di cannone sul campo di battaglia delle crociate contro i turchi (periodo storico: XVI sec. ?). Ma non è un ritorno come gli altri, perché ne torna solo una metà del corpo: la destra, perfida e inclemente. E fin qui ci sono tutte le premesse per la svolta fantastica: come può vivere una persona a metà? Ma nel mondo creato da Calvino tutto è possibile, e la metà destra sopravvive e vessa senza ostacoli la campagna e i cittadini di arriva a Terralba finché nel viscontado, miracolosamente sopravvissuta e guarita, arriva la parte sinistra, proba e bonaria che cerca di rimediare ai danni della metà cattiva…
Questa storia, che inizialmente sembra un resoconto puramente storico, si trasforma pian piano in un racconto fantastico con un risvolto morale, quasi fosse una favola: il troppo stroppia. Sia in un senso, sia nell'altro: lo Storto, che vessa le campagne e gli abitanti di Terralba, è tanto deleterio quanto il Buono, che con la sua dedizione per la rettitudine giudica, e solo con l’equilibrio tra i due estremi si creano delle condizioni di vita favorevoli per tutti.
Che poi sia la parte destra, e non la sinistra, a essere crudele è un giochino ironico strabiliante, una bella rottura delle aspettative del lettore!
Ora non posso non continuare con Il Barone rampante e Il cavaliere inesistente…
Un bel libro, con molte tra le caratteristiche che più apprezzo in un'opera letteraria. Innanzitutto la concisione, vale a dire la brevità unita alla chiarezza, alla capacità di andare direttamente al cuore del messaggio, senza inutili e fumose divagazioni. Lo stile di Calvino è così e in questo libro lo si apprezza al massimo grado. Poi, l'idea che la maturità di una persona coincida con la sintesi degli estremi, con il superamento di posizioni radicali (sia nel bene che nel male), in una superiore mediazione, come , alla fine del libro, il visconte "ricucito" , che è un uomo più saggio, avendo fatto l'esperienza sia del male estremo, sia dell'estremo bene. Infine, apprezzo molto la sana dose di realismo che l'autore ha messo nell'opera, soprattutto nel descrivere anche il bene, quando eccessivo e petulante, moralistico, come altrettanto fastidioso del male, così come ho apprezzato il fatto che Calvino non sia caduto nella tentazione di un finale da fiaba (e tutti vissero felici e contenti).
...ContinuaPrimo de La trilogia dei Nostri antenati, una favola allegorica che narra del Visconte Medardo di Terralba, partito per coprirsi di gloria in una crociata contro gli infedeli, per difendere la cristianità, e trovatosi malauguratamente nella traiettoria di una palla di cannone, si trova così diviso in due parti, una cattiva, vendicativa, terribile, che adora tormentare i suoi sudditi e una buona, a tal punto da provocare fastidio e sofferenza nonostante i migliori propositi. Calvino ci regala riflessioni e considerazioni profonde sulla bontà, sulla cattiveria, sul fatto che in ogni uomo convivono più sfaccettature e che tutto questo arricchisce e rende unico ogni essere umano, oltre a farci meditare su come il tutto stroppia perché anche le virtù più eccellenti portate all’estremo rischiano di non esser più così encomiabili.
...Continua