Divertente e realistico report di un trecking in cui due asini hanno svolto il ruolo di portatori, due adulti di conduttori e due bambini di groom.
Un libro di viaggio non epico ma "onesto" e di facile lettura con il notevole pregio di mostrare che iniziative di viaggio originali, innovative ed ecologiche sono possibili a tutti ed accessibili appena "dietro casa".
...ContinuaL'ho preso perché parlava di viaggio e perché parlava di Abruzzo.
In realtà non parla né di viaggio (se non superficialmente) né di Abruzzo. Il peccato è che parla di un viaggio lento (a passo d'asino) e il tutto si svolge troppo velocemente
Questo libro non ha aggiunto nulla alla mia esperienza di trekking con asini, ma il primo dei meriti che elencherò è aver puntato il riflettore su un modo di viaggiare meraviglioso, slow e a contatto con la natura. Difficile spiegare l'empatia che questi animali sono in grado di instaurare con l'uomo e soprattutto con i bambini (ancora di più con chi ha problemi di autismo). Viaggiare con l'asino significa adeguare l'andatura a quella di questo animale molto intelligente, la cui prudenza viene erroneamente scambiata per testardaggine. A differenza del cavallo, che fa le cose perché obbligato dalla combinazione ferro in bocca+redini, l'asino deve pensare e capire che ciò che per lui è nuovo non rappresenti un pericolo. Ecco svelato il motivo del rifiuto di affrontare il guado di torrenti o attraversare i ponti (odiano sentire il vuoto sotto gli zoccoli).
Tornando al libro, che è diviso in due parti - diario di viaggio e mini saggio cultural-storico sull'asino - ecco il secondo merito: aver dimostrato che una settimana di trekking asinino è fattibile anche con dei bambini.
Terzo merito: aver riscoperto zone dell'Italia ormai dimenticate.
La pecca, a mio parere, sta nella scrittura. Per questo le tre stelle: l'autore non è riuscito a rendere troppo avvincente il diario nonostante ci fossero tutte le premesse (imprevisti e strani incontri), il risultato è una cronaca forse un po' troppo arida e che non rimane nel cuore.
Uno scrittore di viaggi, un professore universitario, i loro figli attorno ai dieci anni e due asini (più, d’ogni tanto, un cane) percorrono l’Abruzzo da Tagliacozzo a Celano in un viaggio che si trasforma in avventura. Devono infatti affrontare un tempo ostile, pastori locali che danno indicazioni sbagliate o poco intelligibili, sentieri scivolosi, attraversamenti in cui ci vuol poco ruzzolare a valle: il tutto dovendo stabilire un rapporto con i pazienti ma a volte testardi equini, affittati poco prima della partenza. Sono però proprio gli animali, con il loro istinto, a rivelarsi indispensabili quando la natura si fa più insidiosa, mentre la calorosa accoglienza ricevuta nei posti-tappa ripaga con abbondanza i viandanti per le traversie affrontate. In una settimana, c’è così la possibilità di entrare in contatto con una natura ancora poco contaminata oltre che di scoprire piccole meraviglie architettoniche e luoghi di tranquilla bellezza, però è indiscutibile che i veri protagonisti siano il viaggio e la sua capacità di arricchire chi se ne lascia trasportare. Peccato solo che il racconto vero e proprio, scritto da Bocconi, duri sì e no un’ottantina di pagine: il resto del volume è occupato da una divertita dissertazione - di cui è autore Visentin, che poi è quello che ha avuto l’idea – che racconta prima il millenario rapporto tra uomo e asino e poi un’analoga esperienza di un non ancora famoso Robert Louis Stevenson nelle Cévennes. Alla fine, il libro lascia nel lettore il desiderio di andare a visitare una parte d’Italia poco conosciuta come le montagne d’Abruzzo, mentre per quanto riguarda la compagnia asinina non si può dire che risulti altrettanto convincente.
...Continuacinque stelle non solo per ciò che hanno scritto, ma anche per ciò che hanno fatto..