Mentre stavo leggendo Anna Karenina, a circa metà della nobile opera prendo una pausa e inizio Invisible Monsters.
Racconto ricco di idee un po' diverse, a volte schifose.
È un libro per adulti.
Vi scorre una certa corrente elettrica che risulta illuminare alcuni lati oscuri dei personaggi e di riporto del lettore.
Finito proprio oggi mentre finisce, nel bene e nel male, il mostruoso visibile
2020.
"Invisibile Monster" è il terzo libro pubblicato da Chuck Palahniuk (1999; 1° ed. ita. 2000), dopo il capolavoro "Fight club" (1996; 1° ed. ita. 1998) e "Survivor" (1999; 1° ed. ita. 1999).
Ho deciso di leggere in ordine di pubblicazione i suoi libri per vederne l'evoluzione, anche se "Fight club" l'avevo letto qualche anno fa.
"Invisibile Monster" non è all'altezza delle aspettative, ma gli elementi del Pulp, di cui lui è sicuramente uno degli esponenti più autorevoli, ci sono tutti: raccontare casi umani al limite dell'inverosimile con crudità e apatia che lascia perplessi; la sofferenza dell'animo umano portata dalle cause più banali e meno essenziali per la sopravvivenza, come la perdita della bellezza estetica, la mancanza di successo e di riconoscimenti, l'invidia, l'egocentrismo portato oltre ogni limite.
La voce minimalista di Palahniuk si sente molto chiara, ma sembra meno brillante rispetto ai due romanzi precedenti. Qui inizia a esprimersi molto con le ripetizioni che diventano eccessive e a volte ridondanti, ma fanno parte del suo stile, cosa che personalmente non mi ha entusiasmata.
Tra colpi di scena che anticipano altri colpi di scena che rendono la trama sempre più assurda, sembra quasi che Palahniuk abbia voluto strafare: l'esagerato nell'esagerazione. Va detto però che molto probabilmente il punto forte del romanzo non è la coerenza della trama ma lo stile di scrittura.
Un po' deludente nel complesso, semplicemente perché da lui ci si aspetta di più.
Il prossimo sarà "Soffocare" (2001), grandissime aspettative!
L'idea del "nessuno è come sembra" non sarebbe neanche male, qualche spunto interessante lo dà, tanti altri invece son sparate degne di un ragazzino di Tumblr spacciate per alta filosofia, ma è tutto TROPPO, sembra una provocazione al lettore fine a sé stessa, un colpo sparato senza indagare decentemente i motivi dello sparo (o del disagio sociale in questione).
Darò un'altra possibilità all'autore perché ho visto Fight Club e la struttura della storia è uguale identica, magari non era il suo lavoro migliore, perché direi che è adatto all'intrattenimento di un adolescente che deve essere stimolato a leggere, non di più
È vero che all'inizio ci si trova un po' confusi perché gli improvvisi salti temporali sembrano pezzi di un puzzle, ma non bisogna aspettare molto prima di capire che il libro che stai leggendo è un signor libro; e che i temi affrontati da Palahniuk sono terribilmente (o fastidiosamente) profondi e molto attuali, basti pensare che i primi editori lo rifiutarono perché ritenevano i contenuti troppo traumatizzanti. Probabilmente grazie al grande successo di Fight Club, finalmente, nel 1999, lo pubblicarono.
Tutto inizia dalla fine: un fucile nelle mani di una sposa mezza sbruciacchiata dentro una casa che sta andando a fuoco. E tutto ha inizio il giorno che una pallottola vagante colpisce il finestrino di una automobile mandandolo in frantumi contro la faccia della nostra modella protagonista, narrante, riducendola ad un mostro senza mandibola. Io mi aspettavo niente di più che il solito messaggio sulla superficialità della bellezza e bla bla bla, ma Palahniuk, nelle sue atmosfere un po' Pulp e con i suoi personaggi bellissimi e allo stesso tempo grotteschi, è andato molto oltre a tutto quello che potevo immaginare.