Un libro che non dà nulla in più se non conferme. A cosa poi, forse non ci è dato sapere.
Recensione completa su http://www.aforismidiunpazzo.org/radici/recensione-di-io-so-come-hanno-ucciso-pasolini.html
Chi trova un amico...
interessante nel delineare l'amicizia con pasolini e le ultime ore di vita di pier paolo. stranamente manchevole e omertoso sui dettagli del rapporto tra il pelosi e ppp
...e io non ti credo. In questa ricostruzione ipocrita e narcisistica, l'unico interesse dell'autore, o meglio dei suoi ghost writers, è stata l'ostentazione di un'amicizia fraterna, maschia, sincera con Pasolini, del tutto compatibile con un'intensa attività tra le gonnelle di una serie indistinta di “fidanzate”, utili solo a stornare il sospetto di omosessualità. In questo clima idilliaco, ciò che successe a Ostia sarebbe riconducibile a confusissimi complotti, sulla cui natura, causa , congruenza o verisimiglianza decisamente non si sottilizza. Se l'assassinio di Pasolini è avvolto nelle brume del sospetto, questo libro non le stempera di certo.
...ContinuaCome era già prevedibile, il racconto non aggiunge nulla sulla reale dinamica dell'omicidio di Pasolini. Lo stesso Pelosi ammette che la verità va ricercata altrove, tra personaggi di stampo più elevato. E' inutile negare che il libro rappresenti un "contentino" per Pelosi, vittima e innocente, ingenuo ragazzo incastrato dalle logiche del potere. Il merito del testo è quello di ricostruire il rapporto tra Pier Paolo e Pino, un rapporto manipolato dai media e classificato come un semplice amore omosessuale, ai limiti della pedofilia; nel libro ci viene invece mostrata la delicatezza di Pasolini, il suon indubbio genio, la sua sofferenza malcelata.
Lo stesso Pelosi perde la nomea di cattivo e emerge solo ed unicamente nella qualità di "ragazzo di vita", incapace, come il povero Accattone, di fuggire dal proprio destino di borgataro.