Jack è un ragazzino in sofferenza a causa della separazione dei suoi genitori. Solo dopo alcuni anni, durante una gita in barca, il padre finalmente gli rivelerà di aver lasciato la madre perché Bob, l’amico che vive con lui, è in realtà il suo amante. E questa confessione inattesa non semplificherà le cose, ma deteriorerà ulteriormente il rapporto tra i due.
“Hai presente Bob?”, ha chiesto.
“Bob, il tipo con cui abbiamo fatto quella gita, il tuo compagno di casa?”
“Io e Bob andiamo a letto insieme”.
L’ho interrotto. “Che stai dicendo?”
“Siamo innamorati”. L’ha sputato fuori, come un petardo che esplode.
Ho guardato l’acqua del lago. Le libellule ronzavano sulla superficie. Avrei voluto alzarmi, correre via, ma grazie al mio geniale papà eravamo nel mezzo di uno stupido lago. Stavo per vomitare, lo sentivo. Avevo quel saporaccio in fondo alla gola.
“Mi viene da vomitare”, ho detto.
Ma il trascorrere del tempo e la logica delle cose formeranno una sana alchimia. E Jack capirà che in fondo tutto è possibile, e che bisogna cercare di reprimere l’istinto a favore della ragione.
«E così eccomi lì – un gioiello di adattamento, quattordici anni e tre quarti, membro della squadra di basket e, finalmente, con le gambe più pelose di mia madre – seduto sul gradino davanti casa in attesa che papà mi venisse a prendere per la tradizionale avventura domenicale di padre e figlio divorziati, cosa che implicava comprimere una vita intera nell’arco di otto ore.»
Pur non condividendo certe situazioni capirà che esistono diversi tipi di normalità.
« Ero già abbastanza avanti, nel senso che almeno sapevo a che gioco si stava giocando e di cosa si trattava veramente. Non sto cercando di dire che le famiglie non valgono un cavolo o che so io, ma le cose stavano cambiando e io ne ero consapevole, e questo mi faceva stare bene perché mi dava l’impressione che la consapevolezza mi avrebbe permesso di fare scelte diverse invece di ripeter tutto quel macello. Quello che sto cercando di dire veramente è che mentre ero là fuori a camminare, ho ripreso il controllo della situazione. Ho capito di avere una possibilità.»
Questo romanzo d’esordio, scritto dalla Homes a 19 anni per una esercitazione scolastica, fa pensare che alcune persone nascono con un dono. Il suo è quello di scrivere.
Siamo agli esordi della Homes, quindi non ci si può aspettare un capolavoro.
Ma il romanzo, che è una specie di romanzo di formazione ma più contenuto, più circostanziato e focalizzato su una ben precisa fase nella fase della vita del ragazzo in questione rispetto alla norma dei romanzi di genere, è molto piacevole. Scorrevole, scrittura fluida.
Ci si appassiona alle vicende soprattutto interiori di Jack, scombussolato da una confessione del padre che spiazzerebbe chiunque.
La sua vita, che fino a quel momento procedeva su dei ben determinati binari standard per un ragazzo della sua età, suo malgrado si è visto deragliare bruscamente, improvvisamente.
Ha dovuto ricostruire un po' i pezzi, con gran fatica, ha dovuto riformulare un po' le sue teorie sulle vita, che non è proprio lineare come sembrerebbe da ragazzini.
Ma quello con cui deve confrontarsi Jack non è il tipico ostacolo da pre-adolescenza-adolescenza, è qualcosa di molto più grande di lui e di molto più grande anche per un adulto.
Il tema dell'omosessualità, diciamo, viene soltanto abozzato, l'intento è quello che di creare un libro commedia-amarognola ma comunque una commedia, non un drammatico, quindi qualcuno che potrebbe recriminare per i diversi clichè, o la faciloneria con cui si sbrogliano certe situazioni o certe discussioni, sono del tutto relative a mio avviso. Bisogna dare loro il giusto peso. è un romanzo di formazione-commedia, non ci si deve aspettare un trattato sull'omosessualità, sulla famiglia, sulla psicologia con focus sul trauma interno alle quattro mura familiari derivante da una rottura matrimoniale dovuta al riconoscimento da parte di uno dei genitori della propria reale natura sessuale.
Di certo, il personaggio di Jack ha molto da insegnare agli adulti. Questo è secondo me è un dato di fatto che traspare molto limpidamente nel libro.
Sono proprio gli adulti a essere quasi degli adolescenti. A regredire.
Jack cerca di crescere, con i suoi sbagli, i suoi errori, i suoi atteggiamenti abbastanza rivoltosi delle volte nei confronti degli adulti, delle cose, degli eventi.
Jack, a fine libro, è pronto a conoscersi, a guardarsi allo specchio e vedere solo se stesso, è pronto ad affrontare tutto ciò che la vita fin da quel momento gli riserverà.
Un romanzo pulito, ecco.
In tema adolescenza: meglio rispetto a "Il giovane Holden", un gradino sotto a "Un giorno questo dolore ti sarà utile". Dal titolo lapidario mi aspettavo qualcosa di più spesso.