MI piacerebbe così tanto avere un gruppo di amici reali con cui parlare di Jane Austen (e invece vengo deliziosamente ignorata, per non dire snobbata, ogni volta, anche dal mio stesso sangue), che anche il solo titolo del libro, e del film successivo, mi era era sembrato un dono del cielo. Perché parlare di Jane Austen, con cognizione di causa e spirito critico, con persone appassionate, motivate e in sintonia, è quanto di più emozionante possa capitare a un/a vero/a janeite.
Invece il titolo è un grande paravento che nasconde fuffa. Perché Jane Austen è nel romanzo solo un pretesto per parlare, troppo e confusamente, d'altro; il che, alla lunga, annoia mortalmente con veri e frequenti sbadigli al seguito.
Gradevoli più della storia, i mini capitoli in appendice sulle opere della Nostra e i giudizi da parte di familiari e di figure di spicco del suo tempo.
Paradossalmente, e senza esserne fiera, meglio il film.
Per gli amanti di Jane Austen. Le storie dei protagonisti sono però poco strutturate. E' un più un trattato, romanzato, della Austen.
Massì, un libro che si fa leggere, niente di che.
Jane Austen e il gruppo di lettura sono più che altro un pretesto per raccontare questi personaggi, senza approfondire più di tanto.
Curiosa la voce narrante: sembra appartenere a uno dei membri del gruppo, ma è onnisciente e sottolinea di tanto in tanto questo suo sapere episodi che non vengono condivisi in pubblico.
Concordo con chi dice che la parte più interessante è la raccolta di recensioni e di commenti alle opere della Austen, dal XIX secolo a oggi.
Non sono rimasta particolarmente entusiasta da questo libro. Jane Austen è solo un pretesto per raccontare la storia dei vari personaggi; la nostra adorata Jane è talmente ininfluente nell’economia della storia che si potrebbe benissimo sostituire con un qualsiasi altro autore, e non si noterebbe alcuna differenza nella trama.
I personaggi sono piatti, ci è dato sapere ben poco di quello che provano e si fa fatica a provare empatia verso di loro. Oltretutto, alcune situazioni risultano parecchio forzate.
L’unica cosa positiva è data dalla lettura scorrevole. Non si può dire che sia un brutto libro; mi ha semplicemente lasciata indifferente.
Mentre leggevo, una domanda ha continuato ad affacciarsi: ma chi è l’io narrante? “Noi sei – Jocelyn, Bernadette, Sylvia, Allegra, Prudie e Grigg – formavano la squadra al completo del club del libro […]”. La persona utilizzata è una curiosa prima plurale, ancora più singolare in quanto abbinata al narratore onnisciente che di tanto in tanto scruta e riferisce i pensieri di tutti i componenti del book club.
P.S. La parte che mi è piaciuta di più è stato l’elenco di pareri su Jane Austen (da parte di scrittori e critici) alla fine del libro.
Un gruppo di lettura su Jane Austen può essere un'idea davvero interessante ma scriverci un libro con il pretesto di raccontare storie piuttosto noiose di personaggi per lo più odiosi è assolutamente superfluo. Non mi ha fatto amare o odiare o conoscere meglio Jane Austen che, per mia fortuna, già apprezzavo e questo è stato il motivo per cui sono stata curiosa di leggere questo libro ma devo dire che mi ha per lo più annoiato.
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