Il romanzo è diviso in 2 parti. Nella prima, l'archeologo Ben Kazim, aiutato dai milioni di dollari di finanziamenti dell'amico Louren Sturvesant, trova in Botswana un'antica città cartaginese, Opet. Col susseguirsi degli scavi verranno fuori reperti sempre più importanti, fino alla camera del tesoro e la stanza con le tombe dei re. Nella seconda parte si torna indietro nel tempo e si narrano le vicende del popolo cartaginese che ha fondato la città di Opet, le sue conquiste, le giornate di caccia, le terribili battaglie con le popolazioni del nord, dando così risposta a tutte le domande che gli archeologi si pongono nella prima parte del romanzo. Le due vicende sono unite anche dai personaggi principali che nelle due diverse epoche sono fisicamente simili tra loro, hanno comportamenti paragonabili e anche i rapporti di amicizia che li legano sono quasi sovrapponibili.
É sicuramente un buon romanzo (ha ormai quasi 50 anni) nel quale Smith dimostra da subito le sue capacità narrative e di caratterizzazione dei personaggi. Non mancano la caccia all'elefante e alle bestie feroci. Forse la prima parte è migliore della seconda anche perché, letta la prima, si conosce già come andrà a finire la seconda. Ma l'atmosfera delle vicende cartaginesi è da pelle d'oca.
Niente a che vedere con le classiche saghe comunque, come sempre, Wilbur è piacevole da leggere. Il romanzo è diviso in due parti, la prima ambientata nei ns. tempi mentre la seconda ambientata nel periodo cartagenese (io la preferisco).
Solo un buon passatempo
Ho appena terminato la lettura del libro, e devo ammettere di averla trovata davvero stimolante..mai, oltretutto, mi sarei aspettato di trovare la narrazione divisa in due parti (in quanto ho iniziato a leggere ignaro della struttura della narrazione stessa) così propedeutiche: e così, la voglia di saziare i "vuoti" concettuali che erano nella prima parte, ha fatto sì che il desiderio di ultimare la lattura della seconda fosse sempre crescente.. Nel mio piccolo consiglio a tutti il libro, che era il primo per me tra quelli di Smith: ora non so se leggerne un altro, temo di trovare troppe analogie o similitudini.. Accettò consigli, grazie ;)
...ContinuaAppena terminato. Un thriller archeologico ambientato in Africa alla scoperta di una città e una civiltà scomparsi. Ben Kazin è un archeologo specializzato nelle civiltà africane precristiane. Finalmente, dopo anni di ricerche e di diffamazione per le sue teorie, riesce a trovare Opet, la città della Luna, dedicata ad Astarte e al suo culto. E in una camera nascosta trova documenti e resoconti che gli faranno conoscere ogni dettaglio della città e dei suoi abitanti.
La prima parte del romanzo è ambientata ai giorni nostri, con le ricerche archeologiche e la scoperta della città. La seconda parte invece, ci riporta agli antichi fasti della città della Luna, attraverso le memorie scritte che il braccio destro del re ha lasciato impresse in lamine d'oro.
Un bel romanzo, delle descrizioni sognanti di una civiltà magnifica che non aveva nulla da invidiare agli egizi o ad altri popoli dell'Africa. Unica nota dolente, per quanto mi riguarda, le battute di caccia e i safari, descritti con dovizia di particolari, che fanno emergere il grande amore di Smith per questo genere di attività, ma che denotano una crudeltà gratuita e un disprezzo per la vita animale che non mi è piaciuto affatto.