E' già stata creata una scheda per questo libro, con dettagli più specifici.
Per favore rimuovete questa scheda dalla vostra libreria ed aggiungete questa: http://www.anobii.com/books/0152d56ee95a8c7acf/
In alcuni punti un pò ripetitivo ma piacevole, una visione sui cliché tipicamente italiani che fa sorridere.
Non mi capacito se questo libro non mi sia affatto piaciuto perché ha rivelato il lato peggiore degli italiani, non di tutti certamente ma forse la maggioranza, oppure perchè non dice nulla di nuovo, sono cose scontate, banali e parlare della banalità mi rattrista alquanto. La trama narrata del film natalizio mi ha fatto accapponare la pelle, ma ci vanno le famiglie con bambini ai cinepanettoni? Intollerabile!
...ContinuaFrancesco Piccolo si avventura in quello che potrebbe sembrare un esperimento sociologico: prende quattro situazioni che tipicamente piacciono all'italiano medio e vi si cala fin sopra i capelli, per mettere alla prova il suo essere intellettuale, colto e snob di fronte a cotanti intrattenimenti di massa e verificare se, anche in un uomo come lui, alla fine possano far breccia.
No, la partecipazione come pubblico in studio a Domenica In, una giornata passata in Autogrill, la visione del film "Natale a Miami" con Boldi e De Sica, e due giorni intensivi a Mirabilandia non fanno breccia anzi risultano terrificanti.
Il massimo della tortura è il capitolo sul film di Boldi e De Sica: è allucinante.
Ci propina, anzi, ci infligge la descrizione, la cronaca, lo stillicidio millimetrico di ogni fase di cui è costituita la pellicola. Perché fa così? Non si stufa anche lui a scrivere quella roba? Ti spaccheresti la testa contro lo spigolo del libro piuttosto che proseguire, ma vai avanti e a un certo punto quelle domande trovano soluzione e il coraggio d'aver resistito viene ripagato da una spiegazione "alta": una chiave di volta offertaci dall'autore che legittima, scomodando Tolstoj, il rompimento di palle a cui ci sottopone. Succede che a un certo punto anche Piccolo seduto in sala, nervoso e insofferente, non ne può più del film, del becero messaggio che veicola e della mentalità che rappresenta... Ma ci dice:
- sono abbastanza sicuro che anche voi avete la mia stessa sensazione: BASTA! Io non me ne sono andato; voi, se volete, potete passare al capitolo successivo. Solo vorrei ricordarvi che è sbagliato perché si perde l'identificazione tra il personaggio che sono io e il lettore che siete voi. Anche Tolstoj ci ha costretto a leggere decine e decine di pagine dopo che Anna Karenina ha strappato l'appuntamento con Vronskij, chiunque ha avuto voglia di saltare quelle pagine ma non saltarle ci ha permesso di provare la stessa insofferenza che provava Anna Karenina per tutto ciò che succedeva prima dell'appuntamento. Quindi se continuate proverete la stessa agitazione che ho provato io attorcigliandomi nel posto H18. -
Ecco, niente meno.
Quindi fatto questo ascetico esercizio d'identificazione, siccome ve l'ho raccontato io facciamo così: voi non sprecherete il tempo a leggere questo freak di libro, ma lo impiegherete a guardare i bei film di cui Francesco Piccolo è sceneggiatore. Tutto di guadagnato.
Libro scritto per la collana "Contromano" della Laterza nel 2007 e riedito sette anni dopo da Einaudi.
Francesco Piccolo racconta l'italiano medio e la sua superficialità, attraverso delle esperienze vissute da lui in prima persona.
Dalla partecipazione in mezzo al pubblico di "Domenica in" agli autogrill tra Napoli e Roma, dai cinepanettoni con Boldi e De Sica al parco di Mirabilandia,
Ironico, ben scritto, intelligente.
La prima cosa che si può dire di questo libro è che si legge tutto d'un fiato. La seconda cosa che si può dire è che all'apparenza può sembrare molto leggero ma riflettendo un attimo analizza in maniera precisa, dettagliata, e se vogliamo anche spietata il comportamento della gran parte degli italiani quando si trovano in determinate situazioni. L'autore in certi passaggi mi ha ricordato il modo di scrivere di analizzare le cose di di Edmondo Berselli. In certi passaggi mi ha ricordato il Marcovaldo di Calvino, e sicuramente il film "I mostri" di Dino Risi. Da leggere quando si ha voglia di qualcosa di non troppo pesante. Non rinunciando però agli spunti di riflessione.
...Continua