Ho assimilato questo romanzo ad un puzzle: fino ad oltre la metà della narrazione una gran confusione, mille situazioni nuove, pensavo di essermi distratta lungo il percorso e di non averci capito niente, ma poi a poco a poco come in un puzzle tutte le tessere sono andate magnificamente al loro posto e quando hai finito, senza accorgertene, ti ritrovi a contemplare un bellissimo quadro.
...ContinuaPer me questo romanzo ha tutto quello che serve per prendere 5 stelline su anobii: l'intreccio dei personaggi, il mistero, il brivido, l'ansia, l'angoscia, la simpatia per i buoni e l'odio per i cattivi, la tragedia ma con la risoluzione di tutto, senza domande lasciate irrisolte, senza libera interpretazione perchè lo scrittore ti ha detto tutto, ti ha descritto tutto, ha svelato tutto e dato un senso a tutto. Finale commovente che ti tiene avvinghiato per un bel po' a tutto quanto.
Libro amato che ricorderò!
...ContinuaSe uno studente di filosofia non avesse voluto prestarmi questo romanzo, visto infinite volte sugli scaffali di librerie del nuovo e dell'usato e sui siti dei maggiori venditori di libri, non lo avrei mai letto poiché il genere letterario non mi attirava granché.
Devo ammettere, invece, che mi è piaciuto molto. Zafòn ha saputo sapientemente unire, attraverso lo stesso modello narrativo, diversi intrecci con una trama ben solida ricca di mistero, suspence, note di giallo, amore tragico e vendetta, che raccontano di una storia che si svolge durante il periodo in cui la Spagna è piegata dalla guerra civile ed anche a Barcellona il controllo sui cittadini era cosa nota e diffusa.
E' vero che in questo romanzo sono facilmente individuabili i buoni e i cattivi, gli ingenui ed i lestofanti redenti, ma le travi dell'architettura sono così ben armoniche tra loro che le pagine scorrono con spesso un sorriso qua e là per la simpatica ironia riposta, e non disturbano affatto scene descritte che altri avrebbero potuto rendere molto trucide.
Le pagine iniziali mi hanno fatto pensare dapprima ad un romanzo per ragazzi, ma poi questa sensazione se ne è sfumata non appena sono comparsi i personaggi talvolta nebulosi e sfuggenti che si aggirano in una Barcellona spesso notturna e gelida.
Certamente la dialogica non caratterizza i personaggi, si ha la sensazione che tutti si esprimano alla stessa maniera e che Daniel, protagonista ed io narrante, sia sempre lui medesimo a condurre i dialoghi, ma ben vengano i romanzi di evasione così ben costruiti !
Quattro stelle per il suo genere.
La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. L'idiota non si sofferma a ragionare, obbedisce all'istinto, come un animale nella stalla, convinto di agire in nome del bene e di avere sempre ragione. Si sente orgoglioso in quanto può rompere le palle a tutti coloro che considera diversi, per il colore della pelle, perché hanno altre opinioni, perché parlano un'altra lingua, perché non sono nati nel suo paese o perché non approva il loro modo di divertirsi. Nel mondo c'è bisogno di più gente cattiva e di meno rimbambiti.
...Continua