Definire questo romanzo onirico potrebbe sembrare scontato o un brutto scherzo, ma credo che non ci sia un aggettivo migliore per descrivere la storia magistralmente raccontata da Carlo Menzinger di Preussenthal.
Non voglio parlare molto della trama, ma voglio cercare per quanto possibile di convincere i lettori ancora ignari di questa storia di quanto valga davvero la pena leggere questo romanzo. L'autore si è spesso cimentato (con risultati ottimi, direi) in racconti ucronici e densi dell'atmosfera "mistery & thriller". Stavolta si tuffa in una impresa assai ardua a mio parere: l'horror.
Nella società odierna, con tutti gli eventi catastrofici e terribili che avvengono ogni giorno, non è semplice trovare qualcosa che possa effettivamente creare una sensazione di spavento quando si racconta una storia. Molto spesso si rischia di scadere nell'ovvio (sinonimo di noioso) o nello splatter (sinonimo di orrido, ma non spaventoso), ma l'autore è riuscito abilmente ad evitare entrambi questi aggettivi poco lusinghieri.
L'incontro tra fantasia, realtà e terrore sposa una prosa scorrevole e a tratti inaspettata che invita il lettore a saperne di più. Cosa succederà dopo? Chi è a capo di tutti gli avvenimenti? E chi è realmente questa bambina che come dal nulla appare nella vita di Paolo e della sua apparentemente perfetta famiglia? Molte domande sorgono per Paolo da quesiti mai espressi, domande a cui non sempre è semplice dare una risposta. Specie se la risposta si trova in un sogno, che potrebbe non rimanere tale...
Un thriller paranormale. Raccontato in prima persona, la voce narrante è quella del protagonista che, dal giorno che incontra una bambina orfana di quattro anni perduta in treno e in seguito da lui stesso adottata, avrà la vita sconvolta perché la bimba ha il potere di indurre e manovrare, rendendoli quasi fisici, i sogni -e incubi- di chi abbia a che fare con lei. È magistrale quando sembra che il protagonista stia vivendo un momento drammatico per poi accorgerti che è solo un incubo e quando, sempre il protagonista, si sveglia ti ritrovi invece in un altro incubo e ti obbliga a mettere in dubbio la realtà delle pagine seguenti.
Mi sarebbe piaciuto sapere di più sul misterioso Oberon, ma il finale aperto mi permette di osare sperare che l'autore decida di scrivere un sequel con un prequel incorporato.
Non lo quoto quattro stelle perché ho provato fastidio nei momenti in cui il protagonista si pone troppe domande, tanto che quando sulla pagina individuavo la raffica di punti di domanda sentivo la forte tentazione (confesso, a volte ascoltata) di andare oltre; avrei preferito un altro modo meno diretto dall' esprimere i dubbi del protagonista e in qualche caso, secondo me, forse sarebbe stato meglio evitarli e lasciarli pensare a noi lettori. Per il resto trovo che l'autore sia bravo, colto e moderno. Mi sono piaciuti molto anche i ringraziamenti finali dove ci racconta le sue scelte editoriali e di come abbia fatto suoi collaboratori i lettori di anobii e altre piattaforme. Che dire d'altro?, auguro buona e meritata fortuna al Signor Carlo Menzinger di Preussenthal
Premetto che di solito leggo altro, ma il titolo e la trama mi hanno incuriosito. Ho trovato lo stile di Carlo Menzinger fluido e scorrevole e la scrittura curatissima, come di chi sa il fatto suo e ha una padronanza della propria lingua tale da poter scrivere qualsiasi cosa. La storia è un misto di sogno-realtà e di immaginazione-verità. Definirei il libro una mescolanza tra fantasy, horror e giallo. La trama narra di una bambina come tante, orfana di madre e con un padre inizialmente senza volto, che viene ospitata da una famiglia che inizia a sognare incubi e situazioni che hanno a che vedere con la vita di ognuno di loro. Sia Paolo che la moglie, ma anche la loro figlioletta Laura, sono scossi e traumatizzati dai sogni che fanno e sono convinti che dietro a tutto ci sia la bambina che si sono portati in casa, Elena. L'adozione sembra una cosa difficile ma anche pilotata, come se non potessero fare a meno di lei. Ma davvero c'è solo Elena dietro a tutto? E qui l'autore ha creato un mondo a parte, fatto di incubi, di mescolanze, di "vite" e ricordi nella mente di Paolo, che svelerà per noi lettori l'arcano. Lo consiglio.
...ContinuaQuali e quante potenzialità, a noi sconosciute, racchiude in sé la mente?
Quali poteri straordinari possono emergere dal subconscio, quando la dimensione del sogno ci libera dalle costrizioni della razionalità che governa lo stato di veglia?
Questi e molti altri interrogativi sorgeranno spontanei, credo, in chi vorrà avventurarsi nella lettura di questo piacevole romanzo.
La curiosità sarà stuzzicata subito, fin dalle prime pagine, e ben presto il lettore, condotto dall’abile mano di Carlo Menzinger, si ritroverà a camminare al fianco di Paolo Demetri. Un uomo qualunque, con un lavoro tranquillo, una famiglia come tante e una vita normale, fatta qualche volta di routine, desideri repressi e fantasie ad occhi aperti. Un uomo che si troverà ad affrontare, all’improvviso e suo malgrado, un’inattesa quanto indesiderata sperimentazione dell’immaginifico (più che immaginario) mondo dei sogni.
Un’esperienza davvero fuori dal comune, infatti, attende Paolo proprio dietro l’angolo.
Questa esperienza si chiama Elena, e ha le sembianze di una bambina di quattro anni, un’orfanella che un giorno, apparentemente per caso, travolge la vita di Paolo come un vero e proprio ciclone, ribaltando le sue consuetudini e costringendolo a rimettere in discussione tutto, anche il suo convinto scetticismo nei confronti del soprannaturale. Sarà una prova dura, per lui, a volte anche spaventosa, che gli farà scoprire nuove sensazioni, riporterà a galla ansie, paure e fobie prima sopite, e arriverà a minare persino le sue certezze più elementari.
Per certi versi, forse, grazie ai suoi nuovi sogni, il protagonista imparerà a conoscersi meglio; per certi altri, però, rischierà addirittura di perdere il contatto con se stesso.
La narrazione è scorrevole e pulita, la trama si svolge con una metodicità ben strutturata.
Finale aperto, poi... come per molti thriller psicologici.
Bravo, Carlo!