A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita "dentro la Storia" quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da"L'isola di Arturo" a "Menzogna e sortilegio". La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti.
...ContinuaUn mio amico sostiene essere il più bel libro del 900 italiano; non so se è così – al contrario suo io rifuggo dagli assolutismi - ma di sicuro è uno dei più belli che io abbia letto. E non solo del 900.
Un affresco dell’Italia della seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra, ma dalla parte, per dirla con Faber, “degli umili, degli straccioni”.
Tantissime le figure bellissime, a prescindere dal delizioso Useppe e dalla epica Ida, in guerra contro il fato, guerra che ovviamente non potrà vincere: Ninnarieddu, il figlio della generazione della violenza, i mille dello stanzone, Remo e i partigiani, la prostituta Santina e la famiglia Marrocco, il cane Bella – che dolore, quando pensa che i suoi figli, che le vengono tolti ad ogni cucciolata, tornino sempre gli stessi – e mille altri. Forse il mio cuore rimane con l’anarchico Davide, che non ce la fa ad affrontare il mondo nonostante gli strumenti più raffinati e colti degli altri suoi compagni di vita. Molto di quello che dice, nei suoi deliri di ubriaco e fatto, è condivisibile (vedi citazion ;)!). Molto del suo dolore è anche il mio…
Un giorno di gennaio dell’anno 1941, un soldato tedesco di passaggio, godendo di un pomeriggio di libertà, si trovava, solo [...]
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Bellissimo. Un libro che ci insegna la storia, chi eravamo e purtroppo, dal confronto con il mondo di oggi, chi siamo diventati.
Un libro che tutti dovrebbero leggere. Sarebbe da far studiare nelle scuole
La lettura di questo romanzo è stata un’impresa dalle dimensioni davvero titaniche! Iniziato nell’aprile di un anno in cui da poco è scoppiata una pandemia mondiale, l’ho portata a termine a capodanno. L’autore aveva una capacità spiccata nel sapere caratterizzare i personaggi, dando loro un’enfasi vitale molto accentuata. Nei polmoni del personaggio del primogenito della protagonista, si intuisce un’arietta proveniente dall’isola di Procida partita qualche decennio prima, con l’influenza sottile delle avventura di un altro ragazzo anch’egli molto intraprendente. Per descrivere cosa prova una madre, se sei un bravo “scrittore”, madre puoi anche non esserlo mai stata.
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