Dino Buzzati ci regala una fiaba per bambini ma che riguarda soprattutto noi grandi, attualissima e che non è per niente invecchiata male, anzi, l'ha resa immortale come solo i grandi scrittori riescono a fare. Buzzati io lo apprezzo molto, non a caso ho reputato Il deserto dei Tartari un capolavoro e tra i miei romanzi preferiti e scrive bene anche di fantascienza col piacevole Il grande ritratto.
La fiaba narra la storia di re Leonzio al quale viene rapito il figlio Tonio e che un giorno decide di scendere coi suoi orsi dalle montagne in città per ritrovarlo. Tra magie, mostri, castelli incantati, fantasmi, tradimenti, atti di coraggio vivremo una fiaba adatta, perché no, alle atmosfere del periodo natalizio.
La morale che si potrebbe trarre da questa fiaba, a mio parere, è il rispetto che bisogna avere per la natura che ci circonda, e l'autore ci fa intendere che l'uomo allontanandosi dalla Natura e imborghesendosi diventa pieno di vizi, egoista: cattivo, in poche parole.
...ContinuaSemplicemente un gioiello.
L'avevo letto a scuola, credo addirittura alle elementari, e non ricordavo nulla. Di recente avevo visto il bel film d'animazione, che col senno di poi scopro essere molto fedele. Il libro l'ho letto nelle scorse sere a mia figlia, in tre "sessioni", ed è piaciuto tantissimo ad entrambi. Una storia affascinante, evocativa, suggestiva e intelligente. Molto belle le illustrazioni. Unico limite, ma vale come tale solo a leggerlo con lo sguardo contemporaneo, è che non si vede un essere di sesso femminile nel raggio di un miglio (e l'unico vagamente caratterizzato come tale, il gatto mammone, è un mostro selvaggio). In questo senso, apprezzo che il film abbia voluto inserire un personaggio femminile, ecco.
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