questo è un diario vero, il diario del momento in cui A.M.Homes viene contattata dalla sua madre biologica che l'aveva data in adozione alla nascita, e come tale rivela molte cose su chi scrive
in primo luogo salta all'occhio il senso di estraneità che la Homes mette come una barriera tra se e la madre che l'ha di fatto abbandonata ancora in fasce, poi c'è il giudizio a cui la sottopone, sembra che questa donna sia una squinternata, in effetti una che lascia in adozione una figlia neonata qualche problema deve pur averlo, infine c'è la figura ambigua del padre biologico che ne esce peggio di tutti, ma sopra ogni cosa si erge il Bisogno della Homes di essere riconosciuta, di appartenere a un luogo, a una storia e anche a una famiglia, ci mette tutto il tempo di fronte alla sua delusione per il fatto che la madre e il padre adottivi non sono certo perfetti, ma anche quelli biologici sarebbero stati assai peggio, forse lei se fosse stata cresciuta da loro non avrebbe avuto la possibilità di diventare quello che è: una scrittrice affermata che narra quasi in ogni libro il Dolore della sua Ferita e del suo Abbandono
è triste, certo ma poteva esser peggio, molto peggio: poteva essere come loro...
Seconda parte prolissa e alquanto pallosa. Non lo consiglierei.
Di una noia micidiale. Finirlo è stato uno sforzo, anche perché l'autrice ha deciso di raccontare tutto il suo albero genealogico, e sinceramente l'interesse, per me, era pari a zero. La storia poteva anche essere interessante, una figlia adottiva che cerca e trova i suoi veri genitori, ma non scritta così.
...ContinuaVicenda autobiografica in cui viene narrato l'incontro tra A. M. Homes, adottata a pochi giorni dalla nascita, e i genitori biologici. Il romanzo è breve, scritto in un linguaggio che vive dell’immediatezza e dell’urgenza delle emozioni che destabilizzano la vita di Homes ormai adulta. Ben riuscita la prima parte, basata su fatti concreti (il contatto coi genitori, le sue conseguenze, l’asciutto sommario delle loro storie e di come Homes sia stata data in adozione), dove il racconto non cede mai al sentimentalismo e allo psicodramma, concentrandosi sulla crudezza dello shock. Il romanzo perde consistenza nella seconda metà, quando i genitori biologici escono fattualmente di scena lasciando Homes alle sue elucubrazioni, di minor interesse letterario. Ma anche se la sua crisi d'identità può apparire sotto sotto pretestuosa, il racconto riesce a trasmettere la nevrosi provocata dalla sgraziata irruzione del passato nella vita della scrittrice.
...Continua