Probabile che non abbia capito il libro o che non conoscessi abbastanza l'autore..ci Stà mi ci sono un po' buttata basandomi solo sulla descrizione senza andare oltre e devo dire che questo è uno dei libri più brutti che abbia mai letto. Non ho capito cosa e dove volesse arrivare con questo romanzo (oltretutto lunghissimo) e tutti i personaggi che ne fanno parte (troppi). Salvo solo il protagonista..
Non so nemmeno fare una recensione.. un peccato
Metà anni '50. Uno sceneggiatore di Hollywood è impegnato, insieme all'amico Roy, a creare il più brutto mostro della storia del cinema nonché la sceneggiatura del film che lo vedrà impegnato. La notte di Halloween, riceve un biglietto nel quale è scritto di recarsi a mezzanotte in un cimitero. Lui è un gran fifone ma si reca lo stesso all'appuntamento. Da un muro di recinzione del cimitero cade quello che sembra il signor Arbuthnot morto 20 anni prima. Qualche giorno dopo, i due ricevono un altro biglietto nel quale c'è scritto di recarsi a una certa ora in un locale. Sarà qui che incontreranno un uomo sfigurato che loro non esiteranno a definire bestia e mostro. Roy, folgorato dalla visione, abbozza la fisionomia del mostro per il film che è la copia dell'uomo incontrato, lo sceneggiatore scrive una bozza del film.Il giorno dopo si recano dai capi ma alla visione del mostro, Roy viene licenziato in malo modo mentre lo sceneggiatore spostato alla sceneggiatura di un film sulla vita di Gesù. Cosa c'è dietro? Lo sceneggiatore indaga.
Buona l'idea ma a tratti è sviluppata in maniera complessa e poco chiara. Ci sono una serie di situazioni grottesche (per il film di Gesù non si riesce a trovare un finale(!), si toglie dalla sceneggiatura la figura di Giuda, l'attore che interpreta Gesù nella vita si chiama Gesù Cristo ed è un ubriacone e maniaco sessuale, ecc.), che spezzano la trama investigativa e che fanno da contraltare alla lentezza di alcune pagine. In effetti, Bradbury era anche così... un autore che scriveva un libro nel quale del personaggio principale non si conosce il nome.
Molto autobiografico. Si percepisce l'amore e le delusioni che il cinema ha dato a Bradbury.
Se si vuole parlare del romanzo invece l'aggettivo più azzeccato sarebbe "simpatico". Leggermente banale e sbrigativo nel finale.
La cosa più difficile da definire per questo libro è il genere. Bradbury gioca sul filo del giallo irreale con punte di visione onirica...interessante e in parte avvincente la lettura, specie dopo un primo momento di empasse dovuto all'apparente casualità dei fatti narrati.
...Continua