Ho tradotto Cesare al liceo classico, più il De Bello Gallico che il De Bello Civili, e finalmente posso dire di aver letto interamente la usa opera. Lo stile è conciso, con periodi brevi; ridotto quasi all'osso però è qui che sta la grandezza dell'opera di Cesare: esprimere le vicende con chiarezza, con pragmatismo "militare". Ci sono alcune digressioni, come quelle sui costumi dei Galli e dei Germani (molto interessanti), ma la scrittura fluente riesce ad evocare la sua rapidità nelle azioni di guerra. Ho preferito la guerra gallica rispetto a quella civile per questo motivo: sembra quasi il racconto di un narratore esterno, uno storico che stava accompagnando Cesare; mentre nella guerra civile ho percepito molto di più le sue opinioni e le giustificazioni. Come le continue richieste inviate a Pompeo per discutere di un accordo onorevole.
E' senza dubbio un classico da leggere; magari, ogni tanto, dando un'occhiata al testo latino, dove si coglie di più il suo particolare stile.
Non ce l'ho fatta a leggermi pure il De bello Civili. Ma il De bello Gallico è un'ottima lettura.
Bello il primo dei due testi contenuti nel libro: la guerra gallica. Ben narrato e chiaro nell'esposizione coinvelge a tratti nella lunghissima campagna gallica del futuro imperatore.
Il secondo testo invece ha una mano piu incerta, non certo colpa della trasuzione, ma dello scrittore che a tratti racconta confusamente gli avvenimenti e non chiarisce per chi parteggianoi moltissimi attori e occaisonali figuranti. Ho fatto fatica a seguire gli avvenimenti e a volte mi sono perso.
Sarebbero state 5 stelline per l'opera di Cesare (da leggere in latino, se possibile), ma ho dovuto abbassare il voto a causa dell'edizione pessima. Le note sono in fondo al libro (quindi scomodissime da consultare) e incredibilmente superficiali nel contenuto: ci dicono chi era un personaggio, dove era posizionato un accampamento, ci danno la conversione nel sistema metrico di ogni singola misura riportata nel testo... Nessun approfondimento. Il testo è preceduto da un'introduzione brevissima e poco significativa.
...ContinuaLa Guerra Gallica.
Amo i classici. Lo dirò ogni volta che ne leggo uno? Temo di sì! :D Mi piacciono di qualunque epoca e nazione, però, non so, leggendo questo qui mi sono resa conto che l’emozione è anche un po’ proporzionata alla distanza temporale del classico, cioè quando leggo quelli antichi è assai maggiore (a prescindere ovviamente dal testo in sé)! :) In questo caso, comunque, non me l’aspettavo davvero che mi sarebbe piaciuto così tanto! Insomma, si parla di guerra, e di una guerra vera, guerra di conquista, tra l’altro, raccontata in prima persona da uno che c’è stato… (oddio, più correttamente dovrei dire in terza persona, visto che così parla di sé Cesare, cosa che confesso mi faceva un po’ ridere all’inizio, prima di abituarmici!)
Eppure, insomma, m’è piaciuto molto! Sì, diciamo che l’ho letto come fosse un romanzo, e non un commentario, anche perché, diciamo la verità, non è che mi fido proprio di tutto quello che Cesare ha narrato! ;) E’ vero che esalta il valore del nemico, quando se lo merita, però esalta pure (troppo) sempre i “nostri”!
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