Avevo aspettative enormi per questo libro... aspettative che sono andate a rotoli!
Ho chiuso il libro con una sensazione amara. Lo stile della Dalby è così freddo da gelare un inverno intero! Mi aspettavo una descrizione precisa e dettagliata della vita delle Geishe, invece, l'autrice non si è sprecata più di tanto. Descrizioni approssimate, importanti cerimonie e riti solo accennati...
Delusione totale!
Quarto libro del project!
Liza Dalby racconta la sua esperienza da geisha a Kyoto quando, per scrivere la sua tesi di laurea, ha vissuto a stretto contatto con le persone che popolano "il mondo del fiore e del salice". Durante il periodo di permanenza in Giappone, la Dalby ha adottato un nome giapponese (Kikuko) ed ha studiato tutte le principali arti (in giapponese "gei") per impersonare al meglio la geisha Ichigiku. Ne risulta un saggio piacevole da leggere non solo per scoprire aspetti culturale del Paese, ma anche del ristretto e peculiare mondo della geisha, così radicato nel passato tradizionale ma anche così attuale.
...ContinuaHo letto e ho sentito l’urgenza di cercare l’etimologia della parole… MOGLIE. Perché, da moglie, sono sempre stata incuriosita dalle GEISHE, intuendo quella che pensavo una sorta di opposizione che ci contraddistingue nei comportamenti e nel ‘sentire’.
Moglie = donna, ma è ricerca approssimativa la mia.
Geisha= GEI: arte + SHA: persona.
L’opposizione che sento è davvero esistente nel Giappone di questo studio antropologico degli anni ’70 e ancor prima, quando le Geishe erano parti integranti di una società sempre in movimento, alla ricerca di IKI, di stile e raffinatezza, al suono degli shamisen e al ritmo delle danze con i ventagli.
Artiste, ecco cosa in realtà erano/sono. Artiste dell’intrattenimento e non del sesso, forse dell’erotismo sinuoso e pieno di fascino che contraddistingue il mistero.
Le mogli erano le regine incontrastate della casa, regine del marito anche, che ‘governano’ in quel matrimonio così necessario per l’uomo giapponese ad una certa età, altrimenti sarebbe stato considerato un essere inutile a livello sociale.
Quando le Geishe dovevano porre un freno ai loro clienti che a furia di bene sake diventavano un po’ intemperanti, bastava usassero il tono fermo e gentile da moglie che subito tornavano nei giusti binari, perché pare piacesse essere trattati come bambinoni capricciosi a quei potenti e ricchi uomini d’affari. Ancora adesso?
Mi candiderei come studiosa delle Geishe dei tempi moderni se non fossi fuori tempo/peso massimo. Troppi anni da moglie per me, farei fatica a essere/diventare Geisha come la Dalby anche se, per quanto riguarda l’intrattenimento…qualche bella risata devo averla provocata nell’altra metà del cielo e dunque!
Bisogna essere originalmente complete, oggi! Complete: mogli, madri, amanti, amiche, cameriere, cuoche, segretarie (in ordine sparso eh?). Originali: con il sorriso sempre! “E allora Geishe” mi viene da pensare….e sorrido io, in segreto e ironicamente, ora. Con una punta d’invidia perché a non molte di noi questo riesce, considerando la quantità di divorzi e di femminicidi dei giorni nostri….Divago…terribile questa parola, ne evito accuratamente l’etimologia, qualora esistesse, perché la parola in sé a volte crea: sta accadendo, ad ogni pronunciamento del termine ‘femminicidio’, battono le mani e…una DONNA muore, una donna, non moglie, non Geisha.
Nel libro troverete una fotografia di tutti i luoghi e le cose che circondano le Geishe, oltre a una disamina storica di come sono nate e delle vicissitudini che hanno vissuto sulla pelle nello svolgersi dei secoli. E’ molto interessante, come tesi di laurea. Lo sforzo dell’autrice è stato quello di aggiungervi i suoi sentimenti, le sue impressioni (per quella piccola regola degli studi sul campo…), sforzo risultato minino a mio parere proprio perché era una tesi di laurea. La curiosità che ho ancora è quella per un ‘diario segreto’ della Geisha Ichigiku/Liza Dalby, ma questo non sarà possibile e forse ciò a cui penso non è nemmeno scritto cartaceo, ma uno ‘sentimentale’, nel cuore e nel corpo dell’autrice stessa.
Lisa Dalby descrive in qualità di prima geisha "straniera" questo mondo cercando di cogliere usi , costumi e tradizioni.Il libro risulta interessante, incuriosisce anche se volendo raccontare la realtà in un modo elegante e artistico spesso ne nasconde una parte. Lei ha vissuto come una geisha, raccolto confidenze e racconti, ma non ha vissuto cercando realmente un protettore e sapendo che sarebbe comunque tornata alla sua vita. E' uno specchio chiaro e reale di una parte dela tradizione del Sol Levante.
...Continua"Come comprendere il mondo delle geishe se non diventando letteralmente una di loro?" E' questa l'intuizione di Liza Dalby.
Naturalmente questo libro è destinato a chi ha una passione per le geishe o, più in generale, per le tradizioni del Paese del Sol Levante.
Un intreccio tra romanzo e saggio, spiega tutto ciò che un appassionato vorrebbe sapere: la nascita della figura della geisha (pensate che prima le geishe erano uomini!), la sua importanza all'interno della società giapponese, come si diventa geishe, cosa fanno le geishe... Tutte nozioni intrecciate col racconto dell'esperienza di geisha-americana di Liza.