L'idea di partenza del romanzo è interessante, l'impianto narrativo buono, l'allegoria ci sta tutta...Però che fatica leggerlo! Alcuni passaggi oscuri (forse anche per la traduzione), molte parti noiose e inutilmente prolisse. Non mi ha coinvolto più di tanto, ma è utile come trattato sulla psicologia umana e sui modi differenti che hanno gli individui di affrontare le difficoltà.
...ContinuaBenché molti sostengano che sia "Lo straniero" il punto più alto della sua narrativa, io propendo per quest'opera. ne "Lo straniero" Meursault voce narrante e vittima della storia è un personaggio terribilmente solitario. Ne "La peste" il dialogo tra Rieux e Tarrou è l'occasione per l'Autore di esprimere tutto il suo pessimismo sulla Modernità, un pessimismo che per certi versi lo avvicina a Kafka o al Buzzati del "Deserto dei Tartari". Opera corale e non solitaria. E' chiaro come la sua lettura in tempi di pandemia porti a delle identificazioni e sottolinei una certa visionarietà preveggente di Camus nell'immaginare la psicologia personale e collettiva di una società colpita da un nemico invisibile.
...ContinuaPensavo che fosse il momento giusto per leggere questo libro, purtroppo sono rimasto molto deluso. Prolisso, noioso, lungo ecc.
Sono stato spinto alla lettura di questo libro dalla citazione di una sua frase che ben si adattava alla situazione attuale. L'idea su cui si basa il romanzo è effettivamente molto interessante.
Peccato che sia un libro quasi senza trama, dove il poco che accade potrebbe essere contenuto in un raccontino da cinquanta pagine. Invece no, le pagine sono più di duecento. Come riempirle? Facile: basta divagare, essere prolissi, ridondanti, ripetitivi in modo quasi imbarazzante.
Per avere molte foglie e frutti, un albero deve avere tronco e rami solidi, così come un romanzo deve avere un'altrettanto solida trama per poterci "far crescere" qualcosa. Altrimenti non è che un ammasso di vegetazione indistinta.
Pur avendo avuto intenzione di finirlo a tutti i costi, abbandono questo ammasso informe di parole al 93% perchè sono arrivato ad un punto in cui la sola idea di aprirlo mi disgusta.
Leggere quest'opera è stato comerivedere passo dopo passo quanto avvenuto con l'emergenza sanitaria in corso. Dovrebbe essere una cronaca dei fatti vissuti dal Dottor Rieux ma alla fine si rivela come un trattato delle emozioni e dei comportamenti umani.
La peste gli porterà via tutto ma il suo scritto rimarrà a testimonianza degli appestati, delle ingiustizie, della violenza ma servirà soprattutto ad insegnare che anche nei flagelli "negli uomini ci sono più cose da ammirare che non da disprezzare".