La prima cosa che scoprirete leggendo questo libro è che Babbo Natale non esiste. La seconda è che non è stata la Coca-Cola a vestirlo di rosso, come invece molti credono. Ma se proseguirete nella lettura ne imparerete molte di cose sul vecchio bonario che una volta l'anno strizza la sua ingombrante pancia nei camini delle case per portare doni ai bimbi di tutto il mondo.
Per continuare a leggere: http://www.dubbiometodico.it/lettere-e-letture/63-in-libreria/194-la-vera-storia-di-babbo-natale-strenna-per-dubbiosi.html
pag. 160:
- "Forse dobbiamo accontentarci di rispondere che credere a Babbo Natale è bello perchè fa piacere a tutti, ai bambini e agli adulti, e le emozioni che le credenza suscitano, bastano a giustificare una bugia universale, detta a fin di bene." -
Perché Babbo Natale è un uomo vecchio (e non, ad esempio, una giovane fanciulla)?
Perché non è sposato?
Perché vive al Polo?
Perché gli adulti continuano ad assicurare ostinatamente che è Babbo Natale a portare i doni (mentre invece altri "portatori" classici, come ad esempio la cicogna che porta il fratellino, sono andati in pensione da un bel po' di tempo)? E perché i bambini prendono così bene la scoperta della realtà, anche se di fatto vengono a sapere che i loro genitori li hanno ingannati per anni ed anni?
Tutto questo, e molto di più, si trova in questo libro, che (sotto un titolo un po' fuorviante, invero) analizza il personaggio di Babbo Natale... da un punto di vista socio-psicologico.
Bello: è originale, soprattutto per l'approccio. Negli ultimi capitoli, gli autori si lanciano in spiegazioni molto tecniche circa la psicologia infantile che forse appaiono persino eccessive al lettore-medio (anche perché, di fatto, sono considerazioni che non hanno strettamente a che fare con Babbo Natale: quindi, forse, era il caso di riassumerle un pochino). Ma per il resto, è un libro molto scorrevole, godibile, e originalissimo nell'approccio. Bello!