Questo è il primo libro di Camilleri che leggo dopo la sua scomparsa. Non so perché, ma non sono più riuscito a leggere nulla di lui fino a questi giorni. Fino ad ora avevo già assaporato il suo stile inconfondibile, che ti fa innamorare di quella terra maledetta e benedetta insieme che è la Sicilia, sempre ricca di contraddizioni così come lo è il popolo siciliano. Fino ad ora il mio preferito della serie del commissario Montalbano è stato Il ladro di merendine, seguito da La forma dell'acqua e da Il cane di terracotta.
Il commissario si ritrova, per caso, a scoprire un brutto omicidio dove perde la vita una ragazza bellissima, morta durante un rapporto sessuale nella sua villa. E tutta l'indagine si può definire un continuo scambio: ma non posso approfondire per togliervi il piacere della trama. Stavolta ci ritroviamo a seguire le indagini di Salvo che sembrano intricate e piene di strani colpi di scena che mano a mano il nostro poliziotto si troverà a dover affrontare e dove, purtroppo, un innocente si sarebbe potuto salvare se avesse osservato un particolare dopo il ritrovamento del cadavere della donna. Colpisce anche stavolta l'umanità del commissario: si arrabbia, si emoziona, si addolora ad ogni capitolo. Toccante, ad esempio, la parte in cui va a trovare François, il bambino che abbiamo conosciuto nel precedente romanzo "Il ladro di merendine" e che, assieme a Livia, vorrebbero adottare. In questa indagine Montalbano ha molte similitudini col commissario Maigret, dove si fa guidare dalle sue intuizioni, dove cerca di assorbire la vita di quella povera ragazza e cerca di capire quello che le è accaduto e perché qualcuno è arrivato alla drastica decisione di ucciderla (quando scoprirete il motivo vi salirà una certa rabbia).
P.S. Catarella si prende il diploma in informatica, o come diceva lui all'inizio del corso in informaticcia.
...ContinuaUn'altra storia in cui la soluzione del caso è un po' come l'uomo Montalbano: guidata da molte intuizioni sollecitate a più riprese dal magma emotivo che è la sua vita, che lo spinge a fare di testa sua anche e soprattutto quando il marcio bussa alle porte del Potere costituito.
...ContinuaAnche questo romanzo - il quarto della saga del commissario Montalbano - mi è piaciuto e mi ha appassionato.
Ho trovato ben strutturata l'indagine condotta dal protagonista (il cadavere di una bellissima donna viene trovato nella sua villa in ristrutturazione) e, come sempre, geniali i dialoghi che fanno da cornice alle vicende descritte. La penna di Camilleri resta inconfondibile
La lettura è risultata appassionante, scorrevole e accattivante.
Camilleri continua ad intrecciare sapientemente le singole indagini con l'avanzamento della storia "di lungo corso", in un mix che rimane molto godibile. Si sapeva, ma fa piacere constatarlo di persona e godersi una piacevole lettura.
Io e il Commissario Salvo Montalbano abbiamo, da sempre, una relazione complicata. Tendenzialmente io lo adoro, ma in alcuni periodi non lo sopporto! Detesto i suoi silenzi, la sua metereopatia, l'amore viscerale per il mare, il cibo che si "sbafa", la villetta di Marinella e Livia. Poi, però, mi riconosco nella sua umanità, onestà e rispetto per valori che non esistono quasi più e quindi alla fine a Vigata ci torno sempre.
La voce del violino è una rilettura, ma il genio di Camilleri non può che meritarsi sempre il massimo dei voti.