Il libro presenta, per racconti divisi in distinti capitoli, l'incontro tra uno psicoterapeuta (il Gordo) e il suo giovane paziente (Demián). Incontro che diviene (o dovrebbe divenire) percorso, all'insegna della scuola Gestalt, per aiutare (tutti?) ad affrontare, analizzare ed uscire dalla paure e dalle ansie quotidiane ed esistenziali.
Alcuni racconti sono meglio riusciti (e davvero più significativi/illuminanti) di altri. Talvolta gli esempi di vita, le storie antiche o moderne, tratti dalla tradizione o riadattati alle esigenze dei tempi moderni, possono apparire un po' semplicistici, oppure il messaggio nascosto resta ... nascosto, appunto.
Molto bello e riflessivo, una coccola per l'autostima quando si è un po' giu' e per chi come me vede sempre il bicchiere mezzo vuoto.
L'approccio gestaltico puo' piacere oppure no, non si discute. A me piace e dispiace.
Un po' come queste storie, mi piacciono ma a volte mi dispiacciono. A volte non trovo la coerenza con l'argomento che intenderebbero spiegare, e questo mi irrita. Molte storie sono datate e note, e ovviamente, a parte l'eventuale momento di iluminazione durante la lettura, ben di rado tornano in mente quando realmente servirebbero.
Tra tutte salvo l'ultimo 'poema' dello psicoterapeuta sull'autorifiuto, davvero interessante.
...ContinuaPreferisco Fromm..o forse non ho già più l'età per essere suggestionabile?
Vi siete mai chiesti come mai un elefante del circo, pur forte e imponente, non sappia liberarsi dalle catene che lo tengono legato a minuscoli paletti, appena conficcati nel terreno? Se lo chiedeva un bimbo di sei anni e lo domandava agli adulti, ma non trovava risposte. Diventato grande, ha intuito che l'elefante deve essere stato abituato da piccolo a quelle catene, quando certo erano più forti di lui. Così è ancora convinto di non potercela fare solo perché qualcuno gliel'ha messo in testa fin da cucciolo, tarpandogli per sempre ogni speranza di libertà. Il bambino che si faceva quella domanda oggi è uno psicoterapeuta e un autore di libri di successo in mezzo mondo. Il suo nome è Jorge Bucay, è un omone dai modi rassicuranti ma anche un po' indisponenti. Ed è in lui che si imbatte il giovane Demian, un ragazzo curioso e inquieto che vuole conoscere meglio se stesso e il mondo che lo circonda. Il grande Jorge (il gordo, ... il ciccione, come lo chiama Demian) lo aiuta a trovare le risposte che va cercando. Ma lo fa a modo suo: ogni giorno gli racconta una storia diversa. Sono storie classiche, moderne o popolari (ispirate alla tradizione cinese, a quella talmudica, ad autori come De Mello o a scrittori come Rajneesh) che lo psicoanalista ha reinventato per aiutare il giovane amico a risolvere alcuni dubbi e porsene di nuovi. Storie che possono servire a tutti per comprendere meglio come siamo fatti, e come sono fatti le nostre relazioni con gli altri, i nostri desideri e le nostre paure. Ogni racconto, come suggerisce l'autore, è un piccolo sasso da sollevare per riportare alla luce la pietra preziosa che abbiamo perso e che ci restituirà il senso profondo della vita. Ogni racconto ci aiuta a scoprire che non abbiamo bisogno forse di uno psicoterapeuta, né di un padre che ci accudisca, ma di un maestro che ci indichi in quale punto del cammino ci siamo smarriti, magari con una storia: perché il compito di cercare nel profondo di ogni racconto il diamante nascosto è affidato a ognuno di noi.
...Continua