Quando lo lessi, due vite fa, lo feci di fretta-di furia-di nascosto e molto mi sfuggì: concentrata sugli occhi rivoltati di 'madame' persi Dio, nel senso che non pensai a lui nel modo in cui avrei dovuto per farlo definitivamente a pezzi, in quell'età in cui la gioiosa ferocia è più che costruttiva, è vitale.
E ora?
In questa, di vita, quante volte dovrò leggere GB?
Da un punto di vista letterario questo libro "si tiene" meno, probabilmente, di Storia dell'Occhio, al quale è accomunato perché si occupa della stessa materia, della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni di un Dio impossibile.
Madame Edwarda è un libro a brandelli, come gli "stracci" tra le gambe che Edwarda invita il protagonista a guardare; e nella frastagliatura della carne, nel bacio leggero che si posa pulito sul sesso lercio di una prostituta delirante Bataille costruisce ancora una volta un'immagine ossessionante, quella di corpi scossi nell'atto sessuale dagli spasmi agonici di chi cerca senza posa di attingere all'assoluto.
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