una prima parte barbosa e una seconda interessante, molto americano.
Libro recente (2012), importante e interessante, dove l'ex direttore di Wired si sbilancia con visioni e previsioni sul prossimo futuro della manifattura e contribuisce anche, in parte, a chiarire le idee sul movimento "makers". Eccezion fatta per un paio di digressioni troppo lunghe (troppe automobili e troppi aerei) è anche una lettura decisamente piacevole, ben scritta e zeppa di aneddoti, informazioni ed alcune imperdibili citazioni.
La tesi principale si riassume così: proprio come il passaggio dal mainframe al personal computer ha cambiato la vita delle persone e il mondo dell'informazione, così la manifattura desktop cambierà in senso democratico il mondo della produzione: la soglia di accesso al divenire imprenditori si abbasserà e sarà alla portata di chiunque abbia una buona idea mentre l'intera economia manifatturiera diventerà "simile al web stesso: bottom-up, largamente distribuita e altamente imprenditoriale." In tutto ciò, par di capire, la "profezia" di Cory Doctorow ("The days of companies with names like ‘General Electric’ and ‘General Mills’ and ‘General Motors’ are over. The money on the table is like krill") si realizzerà però solo in parte, perché le Corporations si stanno, ovviamente, attrezzando. Il "denaro sul tavolo" sarà dunque distribuito nella cosiddetta "coda lunga", "nelle nicchie di mercato delle migliaia, non nel mercato di massa dei milioni".
Perché solo tre stellette a questo libro?
Ad esempio, perché l'Autore:
1. non si cura minimamente delle ricadute ambientali, e questo non è più un tema eludibile, qualunque sia l'argomento affrontato
2. non ha alcuna preclusione verso l'industria bellica, anzi
3. sembra non domandarsi chi potrà comprare tutta questa merce, quando saranno i robot a fare quasi tutto il lavoro
4. cita la carbon tax come uno dei fattori che spingerà a rivedere la delocalizzazione ma non la vede come un problema per l'e-commerce
5. in conclusione, è e rimane del tutto interno al paradigma della "crescita infinita". E senza revisione di questa illusione, non si può parlare, a mio avviso, di alcuna vera "rivoluzione".
Libro veramente scorrevole e godibile. Ricco di spunti interessanti, riflessioni, aneddoti, mai pesanti e mai troppo tecnici. Stimolante e ricco di positivita'. Una finestra spalancata su un mondo che, volente o nolente, sta rivoluzionando cio' che e' stato finora e di cui abbiamo assolutamente bisogno.
...ContinuaMi ha "dato" molto più più di quanto non mi aspettassi. Pensavo di sentire descrivere un mondo di smanettoni visionari e schizzati che giocano con le stampanti 3D (ne ho anche conosciuto uno ed lo rivaluto!) e professano l'open source e l'amore libero, invece ho scoperto un mondo molto intrigante, che è aperto a chiunque abbia voglia di documentarsi e partecipare, che offre possibilità anche imprenditoriali: mi ha lasciato una gran voglia di "fare (make) qualcosa", anche se questo dipende molto dai gusti personali ovviamente.
...ContinuaE' sempre importante capire dove va il mondo e se cercare di prevedere il futuro sembra una chimera, non è per niente facile nemmeno vedere le tendenze attuali e saper annusare quanto c'è di nuovo, seppur presente, anzi presentissimo.
Anderson, oltre che una chiara visione del presente economico/tecnologico, ha anche il raro dono di saper scrivere bene e di rendere interessanti anche argomenti piuttosto tecnici.
L'argomento di base del testo è l'estendersi della produttività legata ad internet; dal mondo delle sole idee, del digitale, del software, al mondo delle cose, alla produzione vera e propria degli oggetti reali, e quindi vendibili, con tutte le ricadute del caso.
La Rete può ora offrire ancora più opportunità per tutti e consiglio la lettura di questo libro a tutti i creativi di questo mondo. In bocca al lupo!