Non conoscevo l'arte di Spiegelman e questo fumetto mi ha colpito profondamente per l'incredibile sensibilità unita alla bellezza semplice dei suoi disegni. Un approccio sicuramente unico ed estremamente originale per parlare di un tema del quale si è raccontato molto e che però non è mai abbastanza, un tema in cui ogni singola testimonianza è fondamentale ed estremamente importante.
Maus non è solo una storia che parla di Olocausto, ma è anche una storia che parla di una famiglia ebrea come tante, di un rapporto padre-figlio conflittuale, di fantasmi che riemergono dal passato, di un logorante senso di colpa per essere sopravvissuti, e non solo alla maggior parte dei propri parenti, ma ad una parte così dolorosa ed incancellabile della Storia stessa.
Maus è una storia speciale e bellissima che consiglio a tutti di leggere.
che dire? ogni volta che si legge una testimonianza sui temi dell'olocausto e della guerra si impara qualcosa di nuovo anche su se stessi.
maus ha diversi piani di lettura, perché tocca differenti fasi delle vita del protagonista, prima, durante e dopo, e questo ci rende la sua storia ancora più vicina a noi e ancora più dura. le (dis)avventure del protagonista lo rendono quasi un eroe e ci si ritrova continuamente a chiedersi se noi saremmo stati in grado, come avremmo fatto...e queste domande sono anche parte della problematica alla base del rapporto difficile tra padre e figlio, che rende il libro ancora più umano e intimo.
è un libro da leggere e da far leggere.
Gli ebrei sono topi, i nazisti gatti, gli svedesi renne, ma il fantastico finisce qui. Il resto è la cronaca di un sopravvissuto all'Olocausto, che non perde la vita ma la capacità di comunicare con chiunque non sia passato attraverso la medesima allucinante esperienza.
Anche il figlio, che raccoglie la testimonianza, cerca di amarlo ma non riesce a entrare nel ghetto mentale in cui si è rinchiuso il padre.
Bellissimo e durissimo.