ll libro racconta la storia della famiglia Sevilla Mendoza, dove ognuno dei componenti insegue qualcosa, mentre Dio agisce con una logica schiacciante.
La citazione, riportata all'inizio del romanzo, tratta da Le avventure di Pinocchio (... "Dobbiamo ritentare la fuga. Venite con me e non abbiate paura") contiene già un importante indizio sulla morale della storia. Molto prima di arrivare alla rivelazione sulla difficoltà di uscire dal ventre del pescecane, inserito nel titolo, dove le esistenze dei protagonisti sembrano essere intrappolate.
Poi, ad un certo punto, anche se il pescecane sembra digrignare i denti e non permettere un varco per lasciar scappare i protagonisti, la voce narrante cambia il modo di vedere le cose e inizia a tracciare un bilancio dell'esistenza basato sulla bellezza sfuggente delle esperienze vissute e dei talenti sottovalutati.
Da quel momento le cose che accadono assumono un sapore diverso. Il pescecane finalmente molla il controllo e si addormenta; a quel punto si apre un varco tra un dente e l'altro e la fuga per iniziare a godersi, con saggezza, le cose che accadono diventa finalmente possibile.
Una storia in cui ai drammi e ai momenti cupi si alternano attimi di felicità e dove tutto scorre lievemente, grazie alla fluidità della scrittura.
Nel dare un giudizio la prima cosa che mi viene da dire è che mi è piaciuta la scrittura. La trama è una vicenda familiare forse un po' troppo corta per poter andare più a fondo sui vari temi trattati.
E' un insieme di situazioni tratteggiate dall'autrice (il bullismo, la relazione sadomaso, il suicidio, il sesso confuso con l'amore, ma anche il viceversa) che potremmo definire "fuori dal normale" ma nello stesso tempo non così inconsuete, e vissute nella "normalità" della vita quotidiana di questa famiglia.
“Mentre dorme il pescecane” è il romanzo di una mia “connazionale” che avevo scoperto in una raccolta di racconti acquistata a Novembre scorso. In questo romanzo ho ritrovato il suo stile asciutto e “accettato”, ovvero tagliato con l’accetta. Un mio ex soleva ripetere che noi sardi abbiamo dei visi tutti molto somiglianti e che questa somiglianza è dovuta al fatto che sembrano tutti tagliati con un’accetta. Probabilmente è vero e probabilmente questo accostamento estetico funziona anche se si parla di uno stile letterario.. di sicuro funziona con lo stile della Agus.
Il libro affronta una storia familiare, non delle più lineari ma nemmeno delle più bizzarre. Ci accompagna tra le pagine la narrazione in prima persona della protagonista, giovane studentessa “sgamata” che affronta la vita priva di riferimenti solidi che non siano quelli puramente folkloristici offerti dai suoi genitori.
Alcuni passaggi risultano leggeri e divertenti, altri erotici e intensi ma in tutto vi è superficialità che non permette al lettore di penetrare laddove si scorgono delle profondità. Volendo usare una metafora, leggere questo romanzo è come non riuscire a togliere la pellicola dal latte che ha cotto troppo.
Un titolo e una copertina accattivanti, un preludio che sa di saga famigliare, nonché la qualità innovativa della scrittura mi hanno incuriosito e portato alla lettura di questo testo. Per quanto corretta, quotidiana e scorrevole, non ho individuato nella scrittura alcuna innovazione. Mentre i personaggi presi singolarmente appaiono decisamente originali e in grado di aprire inaspettati quadretti, la trama mi è apparsa costellata di troppe tematiche diverse contemporaneamente. La mia impressione è che trapeli forte l'entusiasmo per la scrittura dell'autrice, ma che venga meno la possibilità di entrare nella profondità delle cose. Non posso dire che questo romanzo mi sia piaciuto e nemmeno il contrario e non credo che tornerei a visitare questo testo. Probabilmente si è trattato per me di un caso di aspettative disattese. Eppure, c'è un innegabile guizzo di originalità nei personaggi di questa autrice che mi induce a volerle dare una seconda opportunità.
...ContinuaUna storia surreale, tra sconvolgimenti dei ruoli familiari e affettivi, raccontata da una ragazzina che vive, tranquillamente, un cruento e improbabile rapporto sadomaso e tutti i familiari (e non solo loro) fuori da qualunque canone di normalità, che le ruotano intorno rassegnati o ignari del fatto che esita un modo differente di essere. Prima prova di Milena Agus che, al di là dei contenuti decisamente sopra le righe e volutamente irritante, rivela già ottime doti narrative.
...Continua