Mio padre..
Non date troppo peso al pornografo che compare nel titolo: è vero nella narrazione c’è un pornografo, ma avrebbe potuto essere un avvocato o un carpentiere, non avrebbe fatto differenza; ciò che conta davvero è il nome comune preceduto dall’aggettivo possessivo. Chris Offutt è uno scrittore che alla morte del padre eredita una tonnellata di carta, tutto ciò che il genitore, scrittore a sua volta, ha prodotto. Chris la riunisce in decine di scatoloni e poi la porta a casa propria decidendo di analizzarla e catalogarla. Il padre ha iniziato a scrivere fantascienza negli anni ’50 per poi alternare fantascienza e pornografia dai ’60 agli ’80. È inevitabile che l’immersione nei libri paterni segni prima il ritorno alla propria infanzia e poi inneschi una serie di riflessioni sul condizionamento che quel padre burbero e autoritario ha avuto su di lui. La cosa più sorprendente a cui si trova di fronte Chris è la mole di romanzi pornografici in rapporto al totale. Il padre ha trasferito buona parte delle perversioni e delle deviazioni sessuali note, in numerosi contesti, scrivendo un numero impressionante di romanzi qualitativamente sempre più scarsi. Essere di fronte alle fantasie sessuali di un essere umano non è una cosa abituale, immaginiamo cosa possa essere trovarsi di fronte alle fantasie del proprio genitore defunto. Chris nell’estremo tentativo di assolverlo, afferma di aver trovato di tutto nei suoi scritti, ma non la pedofilia. Lo ripete in un paio di passaggi, quasi volesse rassicurarsi più che rassicurare i lettori. C’è un punto in cui la tonnellata di carta è sul punto di schiacciare Chris ed è quando scrive:
Dopo una vita di lotte per non sentirmi troppo male con me stesso, non mi ero mai sentito peggio. Il futuro si annunciava tetro. Ero un fallimento, su tutti i fronti.
La prima parte del memoir è sicuramente più interessante del seguito, leggendo mi è venuto naturale il confronto con l’unico libro di Knausgård che ho letto “La morte del padre” ed ho pensato alla netta differenza stilistica. Per Offutt è spendibile l’aggettivo “sobrio” che proprio non si addice al collega norvegese. Nel seguito vengono analizzate le opere del padre, le lettere che ha scambiato con i colleghi, pur non venendo meno la continua analisi del rapporto padre/figlio, alcune parti sono lente e come accade inevitabilmente in qualsiasi memoir, interessanti solo per chi le ha scritte.
Ho una passione dichiarata per le liste e questa fantozziana stilata da Chris per catalogare le opere del padre, l’ho trovata la cosa più divertente del libro:
pornografia agricola
pornografia western
pornografia hollywoodiana
scambio di partner, di vari generi
stupro, individuale o di gruppo
sesso tra uomini giovani e donne anziane
sesso tra uomini anziani e donne giovani
sesso con animali
sesso gay, etero, bisex e transgender
rapporti incestuosi
rapporti anali e orali
pratiche di femdom: trampling, pegging, femminilizzazione
satanismo e stregoneria
sesso con/tra suore e frati
inquisizione spagnola e tortura
bondage: corde, strisce di cuoio, metallo e gomma
sesso con/tra medici e infermiere
sesso con/tra insegnanti e studenti
sesso tra commessi viaggiatori/venditori ambulanti e casalinghe
divorziate affamate di sesso e studentesse ingenue
sculacciate, flagellazioni, bastonate, fruste e frustini
castità forzata
«pony training» e schiavizzazione
sesso a tre, a quattro, a sei, orge
sesso interraziale (asiatici e afroamericani)
sesso in contesti storici vs moderni
sesso con babysitter e domestiche
sesso in ambiente urbano vs rurale
sesso e ricorrenze: la moglie di Babbo Natale e gli elfi
casi immaginari descritti da finti psichiatri
È l’unico momento in cui ci si diverte, il resto, se si è orfani, è la riproposizione di un dolore per il quale non esistono analgesici.
...ContinuaChris Offutt ripercorre la vita del padre dopo la sua morte e ci rende partecipi della sua infanzia vissuta accanto ad un padre intelligente, intraprendente e coraggioso, ma con un pessimo carattere ed un un'autorità prevaricante nei confronti di tutta la famiglia.
Scritto piuttosto bene, è una storia che si lascia leggere piacevolmente.
Voto: 7
Chris Offutt è uno scrittore statunitense, figlio di Andrew, un autore di letteratura di consumo e di genere, soprattutto pornografica e in misura minore di fantascienza.
Andrew non è stato solo uno scrittore di livello non eccelso, ma soprattutto un uomo difficilissimo, un pessimo padre, un mistero assoluto per Chris, cresciuto cercando in ogni modo di stargli alla larga.
Alla morte dell'uomo, però, Chris è preso dal desiderio di sviscerarne l'enigma, di capire chi si nascondeva dietro il misantropo dal carattere intrattabile che da un certo punto in poi della sua esistenza ha vissuto da recluso, scrivendo come un forsennato e in generale lavorando nel suo studio isolato dalla sua famiglia e dal resto del mondo. E per capirlo meglio ha tentato di analizzare la tonnellata (fuor di metafora) di materiale lasciato dall'uomo e fino a quel momento inaccessibile a chiunque.
"Mio padre, il pornografo" è in parte il risultato di questa analisi e in parte il racconto dell'infanzia e giovinezza di Chris, rese durissime dalla difficoltà di accettarsi, in quanto bersaglio preferito della lucida cattiveria del padre. Si tratta di un memoir dolente e doloroso e del ritratto parallelo di una malattia mentale, forse quasi una follia, che emerge dai fumetti, dalle lettere, dai materiali sulla tortura e sul bondage di Andrew.
Se a tratti il libro si fa quasi catalogo bibliografico del materiale dell'uomo, e sono a mio avviso le parti meno riuscite, è infarcito in realtà anche di racconti di episodi divertenti e leggeri, per esempio legati alle convention di fantascienza, popolate da nerd appassionati, che per anni hanno rappresentato l'unica occasione di immersione nella vita esterna per Andrew e la moglie.
Chris scrive bene, e ha una storia potentissima da raccontare, e questo libro si fa divorare tra malinconie, risate e un misto tra curiosità e repulsione per l'uomo Andrew Offutt.
Mio padre diceva spesso che Paolo odiava le donne, e questo lo aveva spinto a fondare un culto maschilista e sessuofobo che poi si era trasformato nella religione cristiana. La prova era nella scelta della croce come simbolo. La croce ansata degli antichi egizi era invece un simbolo del sesso e della vita, dove la porzione inferiore rappresentava i genitali maschili e quella superiore, a forma di ovale aperto, ricordava una vulva femminile. Secondo papà i cristiani avevano chiuso l’ovale, e dunque il sesso femminile, per arrivare alla croce e rappresentare così un atteggiamento negativo nei confronti del sesso in generale e delle donne in particolare.
...ContinuaOttimo consiglio di lettura di uno dei più colti conoscitori di letteratura americana contemporanea, Gian Paolo Serino.
Molto gli scrittori statunitensi che hanno esplorato, scandagliato il problematico rapporto con il padre: ricordo un pregevole romanzo di Paul Auster (di cui mi sfugge il titolo..) e se avessi più pazienza con me stesso ne citerei altri che ho letto, ma in questo momento non rammento.
Tuttavia questo è un libro davvero speciale.
Per come è scritto: i contenuti, infatti, sono interessanti, ma , in definitiva, non inediti: L'autore, scrittore, si pone in competizione con il padre, pornografo malgré soi, e, in definitiva, anche con la madre che "saggiamente", scrive Offut, asseconda le tirannie, le bizzarrie e gli eccessi di un marito, strano e intelligentissimo, spietato con i figli e smisuratamente ambizioso in letteratura. Una vita di coppia che culmina all'epoca della piena rivoluzione sessuale, vissuta in uno stato rurale e "provinciale" come il Kentucky.
Ma, ribadisco, il pregio dell'opera sta nella maniera con cui questa vita viene raccontata.
E' un'esplorazione che assomiglia all'effetto di una valanga: prima qualche fiocco di neve, poi una palla, sempre più grande, infine la slavina travolgente.
Così funziona l'archeologia della conoscenza del padre di Chris: un elemento, due, tre, poi un insieme di cose, poi i suoi libri, poi i suoi affetti..Prosa spezzata, empaticamente molto incisiva.
Effetto, secondo me, mirabile, di altissima qualità letteraria.