E io amo particolarmente questa autrice sfacciata, cruda nella sua scrittura e superba nel raccontare la quotidianità, i tic, i pensieri della gente comune. I protagonisti sono annoiati e fanno stupidaggini, pensano politically scorrect ma noi pensiamo uguale a loro, solo che gli altri autori non scrivono ogni buffo e umano pensiero dei protagonisti dei propri libri, la Homes invece ci fa entrare nelle loro case e nelle loro teste.
La noia li porta ad azioni non previste, nemmeno dal lettore, e a cercare un'adrenalina a tutti i costi, rendendosi ridicoli ai loro stessi occhi, e a quelli di chi legge.
Li vorresti conoscere questi due protagonisti, e farti una bevuta insieme, fingendo che vada tutto bene come loro sono bravi a fare.
Unico appunto non mi è minimamente piaciuta la fine.
Vabbè che aspetti tutto il libro che succeda qualcosa per forza, ma questo no, dai...
Non c'è nulla di più banale e noioso delle riflessioni esistenziali della piccola/media borghesia della costa orientale. Solo le luminarie di Natale potrebbero ravvivare il racconto, ma purtroppo siamo in altra stagione. Nel finale, il sospetto che alla critica antropologica sia sostituita da una condanna codina, prende piede.
...ContinuaLa scrittura è scorrevole, ma la storia è triste e squallida. Una fatica finirlo... non ne è valsa la pena.
Incubo middle class della suburbia nord-americana, Musica per un incendio parla della cupa infelicità di una coppia di quarantenni. Elaine e Paul vivono e si combattono stremati dal reciproco malanimo, e la loro villetta a schiera ornata da un canonico praticello è il palcoscenico di un fallimento esistenziale senza vie di scampo; decidono quindi di dare fuoco alla casa. Il gesto rivoluzionario rimane parzialmente incompiuto, ponendo i due in un limbo di appartenenza/non appartenenza alla tribù borghese che li circonda. Dalla nuova posizione riescono a guardare loro stessi e gli altri, e ciò che vedono li fa soffrire senza per questo renderli davvero capaci di modificare il proprio status quo.
A. M. Homes dipinge con acume nero la frustrazione dei suoi protagonisti, riservando la parte peggiore al maschio. Per il fedifrago Paul, Elaine è una madre (la propria) da cui aspettarsi incondizionata e cieca accettazione; incarna lo stereotipo dell’uomo che trova sollievo nell’amante soltanto perché non è la moglie, mentre per lui Elaine è colei che lo assilla con “minuzie come i soldi, le cose da aggiustare, la meta delle vacanze estive”. Il mondo in cui Paul ed Elaine vivono somiglia a quello dei Sims e dei Giorni di Perky Pat di Phil Dick; ma in questo villaggio di bambole sono solo le donne ad avere spessore, nel bene e nel male; e i personaggi secondari sono spesso presenze forti (Mrs Hansen, Pat, Jennifer, l’amichetta al telefono), più definite rispetto ai protagonisti, insicuri, confusi e sfocati.
Il romanzo si concentra sugli aspetti grotteschi di un quotidiano dove in fondo la “normalità” non esiste: le persone normali sono disfunzionali, piene di nevrosi e un po’ folli. Sotto la patina di disperazione/esasperazione/infelicità si annida una componente comica che non riduce l’impatto drammatico della vicenda.
...Continua