Libro di esordio di Kelly Link nel 2001, Ne succedono anche di più strane è una raccolta di racconti genericamente etichettabili come slipstream. Ci sono elementi di genere fantastico, c’è una scrittura dai toni mainstream, dalle inclinazioni postmoderne, c’è l’atmosfera tangibile da master di scrittura creativa, ma dalla vena surrealista.
Alcuni racconti hanno una struttura simile tra loro: c’è una parvenza di trama, vengono suggerite idee inquietanti, ma quando arriviamo alla fine non è del tutto chiaro cosa sia successo. In questi racconti, i finali in sospeso sembrano rimettere in discussione la realtà che ci è stata narrata poco prima. Ciò che abbiamo appena letto sembrava un mondo reale in cui fa capolino un mondo ctonio che ha trovato un modo per esistere altrove; ma, scopriamo, in verità questo mondo che Link ci ha descritto come ordinario forse era già in partenza altro; o forse i protagonisti hanno varcato una certa soglia durante la narrazione senza accorgersene, e noi lettori siamo precipitati assieme a loro in questa tana del Bianconiglio, che muta le regole della logica e della cronologia. Dalla prospettiva del finale, possiamo chiederci se questi personaggi non avessero sempre abitato in quel mondo altro, senza volerlo sapere.
Questa l’idea di fondo, che funziona nei racconti più riusciti, come Il cappello dello specialista, Acqua che cola dalla groppa d’un cane nero, Il trucco per sparire. Il livello però non è sempre lo stesso. Alcune storie hanno pulsioni da realismo magico, mischiate a qualche eco di Angela Carter nel riprendere i tropi di fiabe e miti ponendoli sotto a un’altra luce (Lezioni di volo, Scarpe e matrimonio, In viaggio con la regina delle nevi). Ma manca l’inquietudine di fondo dei racconti di Carter, in quelli di Link, che dopo alcune pagine si trasformano in giochi freddi e per questo un po’ noiosi. C’è un senso del macabro e del bizzarro che fa capolino qua e là, ma è il surreale a definire lo stile di Link, espresso alla massima potenza in Garofano, Giglio, Giglio, Rosa.
Volevo conoscere Kelly Link perché ne sento parlare da anni; nell’ambito della letteratura fantastica è un nome importante, uno dei pochi che riesce a farsi rispettare anche fuori dai confini del genere: nel 2016 è stata finalista al Pulitzer con Get in Trouble, replicando l’impresa riuscita prima solo a Ursula K. Le Guin - se prendiamo in considerazione solo autori e autrici che sono conosciuti esclusivamente per opere di genere fantasy; mentre nel corso del tempo sono stati selezionati e premiati romanzi dai toni fantastici e/o fantascientifici, firmati però da scrittori che non sono specializzati nel settore.
In Italia sono usciti solo due libri di Kelly Link: questo, ovvero la sua prima raccolta, e il successivo. Forse la produzione più recente è più matura, probabilmente Link avrà affinato la sua combinazione di stile mainstream, postmodernismo e pulsioni fantasy e horror. Questo suo esordio però io lo trovo acerbo, per me non funziona tutto; sarà perché appartiene a un genere che trovo insopportabile, questo slipstream che fa un remix di realismo magico e surrealtà, in cui l’aderenza alla realtà è intermittente, sorniona. Tecnicamente, i racconti di Ne succedono anche di più strane sono ben scritti e costruiti; ma li ho trovati sgradevoli a causa del loro autocompiacimento, che in molti casi li fa risultare fini a loro stessi.
Per chi volesse leggere il testo originale in inglese di Stranger Things Happen: http://smallbeerpress.com/creative-commons/?category=3
...ContinuaÈ un buon libro? Non saprei. È un libro scadente? Non direi. Diciamo che la scrittura prende molto, al punto che anche la mia recensione potrebbe assumere aspetti particolarmente strani. È un libro strano, questo di sicuro.
In realtà non è mai facile poter scrivere una buona recensione di un libro di racconti. In particolare poi di questo tipo di racconti, dove a primo acchito, ma anche secondo, sembra proprio non esserci ne capo ne coda. Probabilmente solo chi già ha letture pregresse di Gaiman, Pratchett, Mieville, può accostarsi ad una lettura del genere (di quale genere non è dato saperlo fortunatamente per noi lettori di questo non-genere).
Tuttavia ho trovato un filo impercettibile di congiunzione fra ogni racconto. Il mondo della favola è presente, ma è capovolto. Le ossessioni sono presenti, infantili o da adulti, ma sono presenti. Una sottile linea di nostalgia e malinconia collega il mondo della favola sottosopra e delle ossessioni di noi comuni mortali.
Credo che un domani, di non so quale anno, in non so quale giorno, potrei rileggerlo, magari chiuso in un armadio a testa in giù, contando scarpe e sperando che una principessa mi faccia entrare in un violoncello.
Kelly Link è fenomenale e già in questa prima raccolta di racconti mostra ironia, originalità e senso del meraviglioso oltre ogni immaginazione.
L'ho trovata, tuttavia, molto più incisiva nella sua raccolta successiva, Piccoli mostri da incubo (un vero gioiello!).
L'ho cercato per tanto tempo e alla fine l'ho trovato nascosto in un Libraccio, quando ormai non ci pensavo più. L'esperienza di lettura ha il fiato corto e lo stupore dura il tempo di un racconto, perché tutti gli altri sono copie della stessa idea, camuffata più meno bene da qualche guizzo creativo. Ah, deludente, e faticoso anche!
...ContinuaRacconti:
- Garofano, Giglio, Giglio, Rosa *****
- Acqua che scola dalla groppa di un cane nero ****
- Il cappello dello specialista *****
- Lezioni di volo *****
- In viaggio con la regina delle nevi *****
- Il trucco per sparire ***
- Il Ballo dei Superstiti, ovvero la festa della comitiva Donner ****
- Scarpe e matrimonio ***
- La maggior parte dei miei amici sono composti per due terzi d'acqua ****
- Il fantasma di Louise ****
- La piccola investigatrice ****