Ho scoperto questo libro dopo aver letto la notizia di tre ragazzi italiani soccorsi in Alaska dopo aver tentato di fare un viaggio sulle tracce di questo giovane avventuriero. Il libro si legge velocemente, ma ha più il sapore della cronaca che della narrativa (non a caso, chi narra è/era un giornalista). La parte più avvincente, in cui ho vissuto l'emozione dell'avventura, è il capitolo in cui l'autore narra di sé stesso. Per il resto, il libro mi è piaciuto per il racconto della vita di questo giovane, per il tentativo di farlo apparire non un pazzo, ma un uomo in cerca della vita vera.
...ContinuaScritto e interpretato in maniera giornalistica, questo libro nasce inizialmente come articolo. L'autore affascinato dalla storia di Chris, ha poi indagato, in maniera profonda e scientifica sull'ultimo, fatale, viaggio del ragazzo in Alaska.
È un libro che ho apprezzato, anche se, a tratti l'ho trovato fin troppo dettagliato. Promosso e consigliato però!
Jon Krakauer è riuscito a donarci un'immagine di Chris incredibile. Si percepisce quanto ci tenga a raccontare la sua storia, e per fortuna l'ha fatto. Non è questione di essere o meno d'accordo con le sue scelte di vita, ma di cercare di capire e conoscere Chris e Alex. Questo libro sa dare veramente tanto, sia a livello umano che culturale (panoramica sui libri, i viaggi e l'excursus su avventure simili). La lettera che Chris ha scritto a Ron è una lezione di vita incredibile che porto sempre con me, come tutta la sua storia.
...ContinuaHo letto il libro dopo aver visto il film. E per quanto riguarda la narrazione, sono rimasta delusa del fatto che fosse più un saggio giornalistico che la storia della vita di Chris raccontata sotto forma di romanzo. Credo che sotto quella forma, sarebbe riuscita ad arrivare di più al cuore del lettore e in maniera più costante. Invece in questo modo, si salta da pagine profonde a pagine che secondo me potevano anche essere non scritte.
Per quanto riguarda la vita e le motivazioni del ragazzo, invece, si possono dire tante cose. Tutte sbagliate o giuste.
Nel racconto delle sue azioni e della sua personalità ci ho trovato molte contraddizioni. In primis, la sua incapacità di perdonare il padre ma al tempo stesso la sua adorazione per Jack London, quasi certamente non migliore del genitore.
Trovo nel ragazzo un profondo egoismo ma al tempo stesso una voglia pazzesca di vita.
Da un lato, Chris avrebbe potuto trovare se stesso concedendosi delle precauzioni maggiori, ma è anche vero che quelle precauzioni forse gli avrebbero tolto un po' di quel selvaggio e di quell'autenticità che cercava e di cui aveva bisogno.
Non è semplice dare un giudizio, e forse neanche giusto. La bellezza sta proprio nel non poter provare solo odio o solo amore, solo commiserazione o solo ammirazione.
All'ultimo capitolo, ho pianto tutte le lacrime che non erano arrivate nel resto del libro, per come è andata a finire. Spero che, se trovare un senso non è possibile per noi, lo sia stato per lui.
Buon viaggio nell'ultima terra estrema, Chris.
Di questo libro ho amato due persone: Supertramp e Krakauer. Il primo è l’alter ago di quelli di noi che si rendono conto, magari per pochi istanti, saltuariamente, distrattamente, di vivere una vita vuota di valori, di verità, di avventura.
L’altro è l’autore che, per amor di verità, ha fatto un lavoro straordinario di ricerca per restituirci un personaggio quanto più simile alla persona, difendendolo dalle accuse di superficialità e disprezzo della vita con la stessa arma che avrebbe usato il protagonista: la verità.
Interessantissima la postfazione dell’edizione 2018 che analizza in maniera ancor più dettagliata e approfondita le varie ipotesi che hanno portato alla morte di mccandeless