Ho letto questo libro da adolescente, è la storia di un giornalista bianco americano, che diventò nero per un periodo, assumendo dei farmaci, per comprendere profondamente il razzismo. Ricordo che scrisse che le umiliazioni peggiori non erano quelle eclatanti, tipo: "Tornatene nel tuo paese", ma quelle apparentemente più piccole, come qualcuno che si spostava, sulla metropolitana, per non sedersi accanto a lui.
...ContinuaQuesta mattina, nel dormiveglia, ascoltando alla radio i fatti di Rosarno, come un velo leggero qualcosa mi ha sfiorato la mente e mi sono ricordato di un libro letto quando avevo quindici anni e che mi ha veramente segnato nei pensieri, nelle opinioni, insomma nella costruzione di quello che sono. Non posseggo più questo libro, da allora sono passati più di quarant'anni e chissà che fine ha fatto, ma ricordo nitidamante cosa racconta, è la storia di un giornalista che, nell'America di allora, per vivere il disagio dei neri, della separazione raziale, nei negozi, nei quartieri, negli autobus, insomma in ogni luogo della vita quotidiana, si trasformò in nero, tingendosi la pelle e vivendo un'asperienza che fino ad allora nessun bianco aveva mai fatto. E' una storia cruda, dura, come sa esserlo il razzismo in America, ma vera. Chissà se quando a Fabrizio Gatti è venuto in mente di fare la sua esperienza mischiandosi agli immigrati che vengono in Italia, come racconta in Bilal, sarà stato perchè anche lui avrà letto questo libro, magari da ragazzino? Comunque l'esperienza raccontata in "Nero come me" anticipa altre inchieste giornalistiche simili di una trentina d'anni, e non è poco.
...Continua